li vegga morir di fame o di malattie che provengono dalla fame? Non che giovargli, la libertà personale, l'eguaglianza giuridica ser- · vano a ribadire le sue catene, ad interdirgli i mezzi con cui potrebbe emanciparsi. Nella pratica la libertà eguale si converte in dispotismo per gli uni e servitù per gli altri: difatti la libertà economica o concorrenza riesce alla coalizione e al monopolio, e la politica alla tirannide delle maggioranze parlamentari (che sono poi minoranze effettive), alla società anonima del dispotismo ». Il concetto vero della libertà non è quello di una libertà potenziale, accademica o platonica, ma di una libertà concreta, positiva, affiancata dalle condizioni necessarie per essere esercitata, e quindi non effimera, ma che, conseguita, si mantenga. Il selvaggio ha molta libertà astratt~, ma poca di fatto, l'orizzonte della sua vita fisica e intellettuale è ristrettissimo; quindi egli non ha quasi nessuna scelta di mezzi di lavoro, di mezzi di vita, di compagni. L'uomo isolato è poi il meno libero di tutti. La libertà vera è un prodotto della società, della varietà degli adattamenti e dei lavori e dei godimenti. Il selvaggio oscilla fra due estremi: isolamento, quasi inettitudine alla convivenza coi suoi simili, oppure abbandono di sè, sottomissione cieca, abito contratto di servire un padrone, fino a commiserare la sorte di chi non ne ha. -Per il barbaro l'alternativa è tra comandare e servire. Pur troppo oggi molti sono barbari in questo, che non vedono la libertà che nel comando, non già nell'uso delle proprie facoltà, ma nel servirsi delle altrui. L'idea della libertà nel1'associazione, d'una libertà non di natura ma di relazione, presuppone l'eguaglianza sociale o la partecipazione di tutt'i membri della società all'uso dei mezzi necessari per l'esercizio · delle loro facoltà. La libertà individuale cresce, nella società, col crescere delle capacità e dei mezzi, della cultura e dei vincoli sociali. Ed anche oggi il problema è uno già di togliere agli uomini quella scarsa libertà che hanno di regolare la propria attività e i propri godimenti, bensì di accrescerne la libertà ac- · crescendone il benessere. 112 Biblioteca Gino Bianco
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