ritratta od almeno pone in forse le teorie troppo assolute formulate nella classica sua opera « L'Europa Giovane ». Egli dice benissimo che i fattori di civiltà sono molteplici, e bisogna studiarli attentamente e valutarli tutti prima di presumere di determinare il posto che un popolo occupa nell'arringo della storia. Ed io aggiungerei che non solo i fattori di civiltà, ma anche le forme, i tipi di civiltà sono molti e diversi. Non tutti gli uomini sono virtuosi o tristi, istruiti od ignoranti, felici od infelici allo stesso modo. E cosi non tutti i popoli sono civili allo stesso modo. Vi può essere, in un paese di piccola coltt1ra agricola, tanta civiltà, quanta in un paese di grande industria. La pretesa di far passare tutt'i popoli per la trafila del grande sviluppo industriale è irrazionale. Si è parlato recentemente di Napoli (un caso particolare della Questione Meridionale) e si è detto che s~ in quella città molta gente vive d'usura, d'affarismo e di corruzione amministrativa, la ragione è che manca modo di vivere onestamente. Verissimo; e l'osservazione si applica a tutto il Mezzogiorno, anzi a tutto il mondo. In Italia, in seguito al rivolgimento politico del 1860, gli appalti, gl'impieghi, la politica apersero la via ai facili guadagni e distolsero gli animi e le energie della nazione dal lavoro onesto e produttivo (così la moneta cattiva scaccia la buona), anche perché la nazione dovendo far le spese della corruzione governativa, fu chiamata a pagare tasse enormi, le quali ostruivano la via alle industrie; donde la necessità in cui tutti si trovarono di cercar da vivere e da guadagnare con mezzi illeciti, cioè partecipando alla corruzione stessa: corrumpere et corrumpi. La corruzione genera corruzione: come i politicanti americani, tutti la detestano in cuor loro e dichiarano che ne farebbero volentieri a meno; ma ciascuno aspetta che l'altro cominci, finché non si giunga a un punto in cui non si può più andare avanti. A questo estremo in Italia si è arrivati; e nel Mezzogiorno, e a Napoli in ispecie, la corruzione politico-amministrativa dopo aver addentato tutto quello che poteva addentare - Municipi, Province, Opere Pie - è oramai ridotta a vivere di espedienti audaci, disperati, che sono, per così dire, i suoi estremi aneliti. Il Paese, che pareva per l'addietro connivente od almeno indifferente, fa ora sforzi manifesti per liberarsene. · 106 BibliotecaGino Bianco
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