Come l'uomo nel contatto col mondo esteriore, estendendo la sua visuale nello spazio, impara a correggere gli errori dei suoi sensi specifici e acquista una nozione sempre più esatta delle cose, per dimensioni, per distanza, ecc.; così l'individuo sociale col contatto continuato coi suoi simili e allargando la cerchia delle sue relazioni nel tempo e nello spazio, osservando le ripercussioni della sua condotta sugli altri e reciprocamente e gli effetti prossimi e lontani delle azioni umane, corregge il proprio egocentris1no (per cui egli considera l'universo, gli altri uomini come mezzo della propria esistenza, come nell'antropofagia, nella schiavitù, nella servitù, nel salariato e nelle dominazioni di tutte le specie) e si eleva alla visione e comprensione e corrispondente organizzazione degl'interessi sociali. Continuando in questo perfezionamento, verrà giorno in cui vi sarà armonia perfetta tra l'individuo e la società, ossia vi sarà solidarietà perfetta (parliamo beninteso di una perfezione relativa e sempre approssimativa) tra gli uomini associati e nello stesso tempo la massima libertà. Intanto questo è certo, che i due termini - che non sono affatto antitetici - si vanno riavvicinando e che non nel loro contrasto, ma nella loro compenetrazione progressiva deve ricercarsi la soluzione. del problema sociale. e si condizionano le une alle altre. Naturalmente questi rapporti sono mutevoli e possono essere capovolti. Le società sono soggette a mutamenti, e la dispersione delle forze, gli attriti sono tanto maggiori quanto maggiori sono le ineguaglianze e le violenze. Donde la tendenza ad un assetto in cui gl'individui coadattino le loro condotte per il bene comune: ciò che costituisce la questione sociale, anzi l'eterna questione sociale » ( « Il problema economico e politico del socialismo», 1921, pag. 51). 104 Biblioteca Gino Bianco
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