Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

lettuale, forma delle razze. E sempre una delle due civiltà cessa d'esistere, scompare dinanzi alla « barbarie » che sale; poi lo stesso processo ricomincia, ma su una più vasta scala etnica, con collettività più alte, meglio quintessenziate, per così dire, socialmente e nazionalmente. E il risultato di questo processo? Gli uni trionfano, affern1ando che ciò è progresso; gli altri gemono, , pretendendo che sia regresso e decadenza. In verità non è né l'una cosa né !;altra. È sempre lo stesso. Come, d'altronde, sarebbe altrimenti? È sempre lo stesso processo naturale sociale. Le forme di questo processo presentano, è vero, delle varianti, ma poco importanti; la scena può differire secondo le regioni e le epoche; ma la natura del processo resta se1npre la stessa. Sempre la stessa massa incolta, sempre la stessa minoranza « sfruttatrice » · che si abbandona ad ogni sorta di arbitrio momentaneamente a spese della massa; e, qua e là, alcune teste che pensano. Queste · lavorano intellettualmente per la minoranza governante e anche per le moltitudini. E siccome di quando in qua11do riesce loro di scoprire qualche verità, di fare un'invenzione che esse mettono a disposizione della minoranza dominante e anche della moltitudine, si inneggia al progresso compiuto. Si dimentica che le invenzioni e le scoperte non cambiano l'essenza dell'umanità, non migliorano gli uomini. Questi restano sempre gli stessi, o remino in canotti, o solchino le onde in bastimenti a vela, o con l'aiuto del vapore traversino rapidamente l'oceano; essi restano sempre gli stessi, sia che nei due emisferi non abbiano idea gli uni dell'esistenza degli altri, sia che per mezzo del telegrafo e del telefono cerchino d'ingannarsi da un capo all'altro del mondo; essi restano gli stessi, sia che si uccidano a colpi di mazza, o si trapassino con yatagans, o si fucilino, o si cannoneggino, o si facciano saltare in aria con la dinamite o con i siluri » .11 Ecco a qualì conseguenze pessimistiche conduce la teoria della lotta perpetua fra gli uomini: la negazione del progresso morale. 11 Loc. cit., pagg. 344-46. 95 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==