• I primi scritti di Marx e di Engels apparsi in italiano vennero pubblicati giusto cento anni or sono, sull'Almanacco repubblicano per l'anno 1874, edito a cura del giornale La Plebe di Lodi: entrambi gli articoli, giacché essi erano dovuti uno a ? ciascuno dei due dioscuri della rivoluzione, avevano cometiiìf-tr polemica l'anarchismo. Il fatto è significativo, giacché sul piano dell'agitazione sociale il maggior ostacolo alla diffusione del marxismo in Italia fu rappresentato prima dal successo ottenuto dalla predicazione in senso libertario dal Bakunin, e poi dallo sviluppo preso dalle associazioni anarchiche sotto la guida di Errico. Malatesta. 2 Non soltanto, perciò, è un grossolano equivoco teorico l'affastellare sotto l'etichetta generica di << marxismo » ogni corrente o addirittura ogni proposizione di pensiero sociale in senso progressivo; ma è altresì un evidente errore storico quello di attribuire allo stesso marxismo l'impulso ricevuto in senso rivoluzionario dalle masse operaie e contadine. Valga per questo l'esempio, già richiamato, della Settimana Rossa, che cinquant'anni dopo la fondazione dell'Internazionale (1864) sconvolse l'Italia. Si trattò del solo tentativo, che si sia verificato su scala nazionale, di scatenare una rivoluzione proletaria: ma la responsabilità di esso va attribuita proprio al movimento anarchico.3 2. In Italia, del resto, la più attenta e coerente opposizione dottrinaria al marxismo, che si sia svolta sul suo stesso terreno di combattimento, e cioè quello dell'agitazione sociale tra le 2 P. C. Masini, Storia degli anarchici italiani da Bakunin a Malatesta, ed. Rizzoli, Milano 1969; G. M. Bravo, Il socialismo da Moses Hess alla prima internazionale nella recente storiografia, ed. Giappichelli, Torino 1971, pag. 217 e segg. 3 L. Lotti,_ La settimana rossa, ed. Le Monnier, Firenze 1965. IX Bi_bliqtecaGino Bianco
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