sione di classi, per cui gli uni si sottraggono all'obbligo del lavoro e accrescono indefinitamente i loro godimenti, rendendo atroce la miseria degli altri. Ora la società continua a svilupparsi, migliorando la propria organizzazione. L'aggregato politico, l'economico e parimenti la famiglia in quanto rappresentano una sistemazione già avvenuta d'importanti relazioni sociali, sono indistruttibili. Ma devono trasformarsi in guisa da rendersi più eque queste relazioni, più armonica la convivenza sociale. L'organizzazione sociale dev'essere sviluppata, accresciuta, non distrutta. Per quanti e per gravi che siano gl'inconvenienti della costituzione attuale della famiglia - ipocrisia dell'amore, unioni a base di tornaconto, tirannia domestica, egoismo familiare, possessi e privilegi che la famiglia serve a trasmettere e perpetuare - non è possibile, né sarebbe desiderabile, distruggere gli affetti, strappare dal cuore dell'uomo un tesoro inesauribile di gioie le più vive e le più pure; non è possibile proibire l'amore costante e il vincolo della parentela e della coabitazione, e ridurre gli uomini ad atomi vaganti nel deserto della società. Ma appunto perché la famiglia è · tanta parte di noi e può, secondoché sia bene o male organizzata, essere sorgente di gioie ineffabili come di gravi affanni - e quante volte oggidl gli affanni non superano le gioie! - app1:1ntoperciò noi abbiamo il dovere di mondarla di tutte le brutture e deformità che ora presenta, di. ravvivare in essa il sentimento dell'amore, di combatterne le tendenze egoistiche e liberarla, per quanto possibile, dalle pastoie legali e dagl'impedimenti economico-sociali che hanno non di rado conseguenze dolorose e talora tragiche. Non è possibile distruggere il legame che passa tra l'uomo e il mondo esterno, decretare che tutto appartenga a tutti, tutta la terra a tutto il genere uman~, che un individuo produca esattamente qu~nto l'altro e ciascuno s'abbia l'equivalente esatto di ciò che produce. Né sarebbe possibile, e neppure desiderabile, impedire l'associazione di operai, di consumatori, ecc., proibire l'organizzazione separata di industrie, di mezzi di trasporto, di mezzi di cambio, ecc., stabilire norme uniformi di lavoro e di vita per tutti, per esempio fissare la durata del lavoro a sei o a quattro o a due ore al giorno obbligatorie per tutti, ridurre tutt'i lavori in condizioni 84 Biblioteca Gino Bianco
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