Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

buona parola, un atto di coraggio valgono talvolta a mutare i sentimenti d'una moltitudine agitata e collerica. Tanto più nelle assemblee la parola di uomini reputati per sapere e ·per rettitudine varrà a convincere gli altri. Che se non avviene così nelle assemblee parlamentari, se i discorsi migliori rimangono senza effetto, se i deputati, giungendo la chiamata telefonica del ministro o del capo- · partito, votano spesso contro la propria coscienza, ciò non avviene affatto per una pretesa legge del numero, per cui la moralità e la saggezza·d'un aggregato sarebbero in ragione inversa della sua estensione, ossia del numero delle persone che lo compongono (lo stesso avverrebbe e peggio se i Parlamenti si componessero della metà o del quarto dei loro membri attuali); ma perché nei Parlamenti e in genere .nel governo l'interesse politico o di governo insieme con l'interesse particolare della classe dominante comprime e soffoca l'interesse generale o nazionale, se pure questo riesca a farsi scorgere fra i tanti interessi particolari in conflitto. Più che nel numero dei loro componenti, il vizio d'organizzazione delle nostre assemblee legislative è nella natura del loro compito; vale a dire nell'accentramento, che fa sì che uomini aventi colture diverse e uomini non aventi affatto coltura si trovino assieme a regolare materie le più dispa- .rate; e quel che è peggio, questi uomini sono tirati in sensi contrari da opposti interessi. Il medico, l'ingegnere, il giurista che siedono alla Camera, hanno da obbedire a due interessi opposti, da servire a due padroni, la propria coscienza morale o scientifica e l'interesse elettorale e politico. Avviene che come uomo di scienza o semplicemente come uomo probo, amando il bene dei miei concittadini, io sarei portato a pronunciarmi contro la tal legge liberticida, o a rintuzzare la tale usura o il tal monopolio; come membro invece di un governo o di un partito o di una classe io m'induco ad approvare l'una e a difendere l'altro; come uomo onesto io non comprerei il voto altrui, né venderei il mio, non mentirei, non intrigherei alle elezioni o al Parlamento, non ricorrerei a nessuna di quelle arti che hanno reso obbrobrioso il nome di politicante; e come membro d'un governo o partito o come candidato o grande elettore devo necessariamente ricorrervi. Onde il fenomeno, che tutti stigmatizzano questi espedienti e tutti vi si appigliano. Il che vuol dire che le qualità ordinarie e comuni, l'x di cui sopra, lungi dal trionfare, vengono vinte da qualità speciali che si acquistano per interessi parti81 Biblioteca Gino Bianco

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