FALLACIE DEGLI ECONOMISTI • f 67 Una volta nata, la rendita va ingrossando nello stesso modo e per le stesse circostanze onde ingrossano anche i profitti. Quindi non solo la maggiore produttività del terreno, o la maggiore sua prossimità al mercato, ma la difficoltà del trasporto, la vicinanza del centro industriale, il crescere della popolazione operaia , financo fatti accidentali come una gelata, una brina, una scarsezza di ricolto, infine ogni circostanza che estenda i bisogni o riduca i prodotti , od altrimenti accresca la disuguaglianza _prima tra possessori ed operai , torna ad incremento della rendita. « Il crescere della rendita, ha detto Ricardo, è sempre l'effetto della crescente ricchezza del paese e (notate il contrapposto !) della difficoltà di trovar cibo per la sua aumentata popolazione>>. Le stesse circostanze, abbiamo detto , o circostanze simili producono l'aumento de' profitti industriali. Stuart Mill assomigìia il caso della rendita a quello delle macquinto anno comincia ad avere un po' d'uva ; nel sesto un poco di vino; nel sett mo una metà del prodotto della sola vi te, che compensa quello che ha perduto pe' mancati poponi, cocomeri e cotone che prima seminava; dal decimo in poi il ricolto della vi te è intero, e già comincia quello del mandorlo e dell'ulivo, quando l'infelice è obbligato a lasciare il fondo a beneficio del proprietario, e dividersi dagli alberi che ha piantato, innestato, coltivato, carezzato come figli , dallé piante che ba visto crescere a poco a poco , a cui ogni giorno ba volto un sorr_iso di compiacenza e spesso la parola speranzosa, con le quali si era affezionato, riponendo tutte le sue speranze d'un avvenire migliore per se e pe' suoi figli, assidui compagni del suo lavoro. Tutte queste cose spariscono ad un tratto e sul punto stesso di realizzarsi; e quindi l'infelice diventa più misero di prima, percbè egli non ha più gli anni freschi della giovinezza, non più la vigoria d' un tempo distrutta da dieci e quindici anni di ,lavoro assiduo, non più il desiderio arden_te di lavorare, non più le speranze dell'avvenire. La spossatezza, il digiuno, la miseria, s' impossessano di lui, ed egli non è più buono a nulla; è un infelice cui manca il desiderio e la forza di lavorare. Questa specie di contratto (conchiude il Bodio), che io non posso non chiamare immorale, hafatta la ricchezza di non pochi proprietarii di Andria, di Barletta, di Trani, di Corato, di Ruvo, di Terlfa~i ecc. e la desolante mi3eria di molti bracoian ti. >) BibliotecaGino Bianco
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