FALLACIE DEGLI ECONOMISTI 155 dono oggidì impazienti i popoli-hanno conquistato ciò che voi ancora oggi possedete, a' tempi loro e sopra uomini più deboli di lor--0;ora se voi volete conservare l'ac• quisto della violenza e della frode bisogna che contiate un po' anche con noi. Chi vive della roba rubata, dev'es• sere in ogni istante pronto a difenderla con la vita. Difen- . detevi adunque-intima loro il proletariato-e non vi fate illusioni. Sarà guerra a morte; e se succomberete voi, con voi cadrà il vecchio mondo, e non resterà in piedi che ciò che la natura ha operato contro di voi: ciò che lavostra ingordigia, la vostra ambizione, la vostra vanità, la yostra lussuria hanno accumulato, o piuttosto non· son giunte a dissipare, frutterà una buona volta a tutti noi; perocchè, in fin de'conti, esso porta l'impronta indelebile del nostro studio e del nostro lavoro. , -◊◊◊◊- Concludiamo· questa prima parte della nostra disa .... mina delle teo'i"ie degli economisti. La materia ed il lavoro sono inseparabili e sono entrambi necessari alla produzione, per la quale si uniscono e compenetrano. La soluzione del problema della produzione dunque non può trovarsi• che nel connubio, nell'unione tra la materia ed il lavoro ; unione di cui importa intender bene i patti e fissare le condizioni affinchè la proprietà resti ora e sempre al lavoro. Ebbene quesfunione intima , vera , egualitaria, non oppressiva, rispettosa dell'iniziativa e della vocazione individuale, ma ad un tempo osservante il fine e la destinazione sociale tanto della materia quanto del lavoro, non ci può esser data che da un sistema organico di produzione, il quale (affatto opposto al disorgan amento attuale} abbia per base la proprietà collettiva e per forma l'associazione tra'produttori. Quest'organamento della produzione soltanto può comporre il dissidio ora esistente tra materia appropriata e lavoro nudo. Quest'organamento soltanto può rispettare Biblioteca Gino Bianco
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