FALLACIE DEGLI ECONOMISTI 149 tro periodi. Nel primo , i fabbricanti erano costretti a. lavorar duramente pel sostentamento. Nel secondo, avevano cominciato a formarsi piccoli patrimonii ma lavora vano cosi duramente come prima e vivevano nella stessa frugale maniera ... Nel terzo, cominciò il lusso e gli affari si allargarono con l'invio d'uomini a cavallo (commessi viaggiatori) per raccogliere ordinativi in ogni mercato del Regno. È verisimile che pochi de' capitali da B000 a 4000 sterline, acquistati nell'esercizio dell' industria, o nessuno esistesse avanti il 1690. Tuttavia nel primo decennio del secolo XVIII 0 la condotta d'un fabbricante di Manchester, che faceva servire a' suoi convitati un boccale di vino forastiero, era oggetto de• commenti de' vicini. Per la prima volta nel 1758, e questo fece epoca, si vide una persona, realmente impegnata in affari, con equipaggio proprio ! Il quarto periodo, l'ultimo terzo del secolo XVIll 0 è quello del gran lusso e della dissipazione, sostenuti dalla estensione degli affari ». Altro che astinenza, privazione e risparmio! Il vero è du11que che l' accumulazione materiale dei mezzi universali di produzione, de' capitali e della ricchezza, non è e non è mai stata un fatto del capitalista o del proprietario. Se noi volgiamo il nostro sguardo indietro nella storia , il mondo ci apparisce a un dato punto deserto: chi lo ha popolato, chi vi ha edificato, chi ha prodotto tutta questa congerie di mezzi di vita e di produzione ulteriore è il lavoro. Qui la vanità de'governanti ha fatto costruire pira~ midi, anfiteatri, palagi: lì l'interesse della difesa ha i6_- ,) l mandato che si aprissero strade attraverso le fores 1 ~~, si scavassero canali attraverso i territori i , e si fa'6- •· bricassero ponti e acquedotti , si erigessero cit~aì 11 J~ o posti avanzati e si fondassero. col~nie. E p~i }L}P.-. 1?' appannaggio e decoro della ?0~1naz10ne, e l 1ftg?1fJ?Jf'-- di accumulare ricchezze, e 11bisogno sempre\p1uj 11vo · d. .J I ·•9 > nell'uomo d'investigare e 1 conoscere , e a r1 s1m1 1 11 • BibliotecaGino Bianco
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