IL CONTENUTO DEL SOCIALISMO , · in sè i germi della propria dissoluzione)), - dicono i marxisti imitando la dialettica hegeliana. · ·Ma se si allude alla C?ncorrenza che si fanno tr~ loro i capitalisti, tutti .sanno che essa è limitata, ogni giorno più, da Sindacati, Borse, Trattati di commercio, ecc. Se poi si allude alla lotta tra operai e capitalisti, certo questa lotta può riuscire alla distruzione del capitalismo e alla costituzione 'di una società socialistica, ma a condizione eh~ l'operaio sia mosso a lottare da un ideale di giustizia, da qualche cosa di superiore ai suoi interessi materiali immediati. · Perc.hè altrimenti più l'operaio è povero, più egli è soggetto al capitalista e disposto anche a dare la sua vita per difenderlo. Il num~ro non sempre costituisce forza; talvolta può essere ragione di debolezza. Infatti è assai più facile ai capitalisti che son pochi, di essere uniti e di coinbatt~re insieme, che non agli operai, che sono molti. In tutti i tempi le minoranze domtnanti hanno tro-• vato difensori tra le maggioranze soggette; e sono riescite a mantenersi al potere, facendosi difendere da' loro naturali nemici. Negli Stati Uniti, oltre il caso de' Pinkertons, si può citare quello delle milizie dei varii Stati, nelle quali gli u_fficialisono borghesi, e i sotto-ufficiali sono. reclutati fra' commessi di negozio ed altri ceti ligi alla classe ·capitalistica; cosicchè sebbene la forza sia degli operai, la direzione di questa forza - appunto come avviene nella produzione capitalistica - è in mano alla borghesia. Per sottrarsi allo stato attuale di sudditanza, gli operai devono . · richiamare nelle proprie .mani la direzione dell'industria e dell'amministrazione pubblica. E qui sta appunto l'importanza del movimento cooperativo e della partecipazione degli operai alle lotte politiche. L'emancipazione intellettuale e moralè dell'operaio, . fino ad un certo punto, precede la sua emancipazione economica e politica C"). ...., . .. ("') In tutto questo capitolo traspaJre chiaramente l'influenza del Proudhon, per il quale « utopistica è l'idea che la società potreblbe essere migliorata 15enzaun rinnovamento della coscienza della giustizia», mentre per il. Marx « la caratteristica dello ,spirito utopista sta nell'aver :fiducia nelle forze morali>>. (Vedii il vol. di G. Santonastaso: Proudhon, Bari, Laterza, 1935). Dalla co,piosa bibliografia di cui è corredato questo interessànte libro, che ha riempito una lacuna della nostra letter/ltura .politica, abbiamo notizia. di una pubblicaz.ione del Merlino: Abrégé des oeuvres de Proudhon (Flammarion, Paris, 1897), di cui ignoravamo l'esistenza e che non abbiamo potuto procurarci. Sappiamo bensi che egli giudica il mutualismo, BibliotecaGino Bianco
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