INTORNO ALLA 'l'fWIHA MAilXIS'l.'A DEL PROFITTO · 53 . . i rapporti, secondo·cui il prodotto del gruppo, a cui rispett~vamente appartengono, dovrà scambiarsi co' prodotti di tutti gli altri gruppi )). « Una volta che sono i capitalisti quelli che, come direttori della produzione, determinano la ragione degli scambi, il valore dipenderà dai loro criteri di capitalisti e non da altri )). Per noi la· ragione degli scambi è determinata da' rapporti reali fra le cose (quantitativi) e da' criteri cli· utilità (qualitativi) de' 'consumatori tutti, non dei soli capitalistL Il valore è un'equazione fra due prodotti, fra due servigi, ed, in ultima analisi, fra due bisogni. L"1, prevalenza dei capHalistj può alterare i rapporti, ma l'alterazione non può andare oltre certi limiti. Il valore è sempre la funzione delte due variabili, costo e utilità e·). . Il Graziadei cUce che : « tanto Ja scuola classico-economica e la scuola classico-socialista, quanto la scuola austriaca si trovano d'accordo nell'am1ncttere u1nteno quest9, che in un regime di concorrenztLil valol'e de' profi.ttj ùi ciascnn .produ ttol'e è proporzionale al co·sto sofferto per conseguirli )). 1 Veramente per la scuola cla. ,•iea questa è più una tendenza che un fatto (v. Maurice Block). Poi la coneorrenza assoluta è una utopia, un presupposto ideale teorico, non si verifica mai. L'ine- ·guaglianza e diversjtà de1le condizioni, capacità, bisogni limitano la conco-rrenr,a e intpediscono al. valore clj fRre equa:done col costo. Certo se tutti. gli uomini avessero gli ste. ·si bisogni, e se i mezzi di la,voro avessero uguale importanza per la produzione e gli uomini fossero egualmente ca,paci e 1incl1i'.fferenti circa il luogo e il modo deltattiviià loro e la specie e quaUtà e i modi di soddisfazione de' bisogni, iJ valore sarebbe dete1·1ninato unicamente dal costo. Ma essendovi djfferen½e, cose che costano egua] lavoro hanno ineguale valore, i;;econcloche vengano più o merio appetite sia per . (*) T1 Merlino aveva J>l' 'Cedcntemente (P1·0 e contro il So01JQ,Usmo, png. 2(j) così com1)endiata la sua critiça alla teoria rnarxista ael valore, considerata nella prodn7,ione e 11cllo scambio: . « Qui nppare l'errore marxista di credere di potersi ridurre I utte le d1iffereuz,~ tra i lavori a <1ifferenze quantitative o di dur;:1ta, mentre le differern~e qualitatlve o d'intensità, sono di gran lunga le più importanti; e di potersi ridurre tutte le differcn7,e di valore fra le rose a difCcrenze di ore di lavoro impiegate nel pro- - durle, cioè al' costo; mentre due co e che banno costato lo stesso valore possono avere gradi di utilità divcr~i: e Quindi cliven;~> vnlo1·c; 0 l'utilità 0 i1 valore possono va,riare ancbe dopo che le cose sono state prodotte. , BibliotecaGino Bi.a-neo
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