Saverio Merlino - Revisione del marxismo

-48 PRIMA PARTE - SOCIALISMO ID MARXISMO L'utopia marxista è la supposizione che si possano eguag'liare le eondizioni cli lavoro, le .capacità, i gusti, i desiderii, rendere tutte le terre egualmente fertili, tutte le città egÙalmente attraenti, tutte le borgate città o viceversa, tutte le industrie egualmente produttive, togHere con le macchine ogni asper.ità al lavoro, ridurre tutti i lavori a quel lavoro sociale; medio, immaginato da ~Iarx, e tutte le GÒsea coagulati di qt~esto lavoro immaginario. Tolta che sia questa supposizione, come si potrà mai credere ,che, in regime collettjvistico, un'ora di lavoro avrebbe esattamente lo stesso valore d'nn'altra, e che le cose avrebbero tante unità di -valore, quante ore tli lavoro fossero state impiegate a produrle? Ripeto quel che ho detto cento volte : non si può stabilire un paragone tra lavoro e lavoro, tra un'ora di studio e un'ora di lavoro di zappa, tra un'ora di studio e un'altra ora di studio; tra, il lavoro di chi viaggia per il mondo per uno scopo scientifico, arti- .stico _ocommerciale e quello del minatore, che si logora la vita a cinquecento metri sotto la superficie del suolo. Non si può val11:tare razionalmente e obiettivamente il valore che ha per me, a un dato momento, un libro, nn oggetto di arte, il consiglio d'un medico od . a,nche un semplice -bicchier d'acqua. La spiegazione de' valori dei lavori e delle cose si deve rjcer- ·care in- quel calcolo edonistico, che ha preso a studiare la cosi'ddetta _scuola,wustriaca, le cui dottrine, - come ebbi occasione di dimostrare contro l'opinione di n1olti socialisti, che poi hanno cangiato opinione, in Pro e contro il Socialisnio e in Utopia collet- ' tivistica, - non sono punto ostili al sociaHs1no, anzi lo confortano -<linuovi argomenti. Imperocchè il calcolo edonistico, dalle cui profondità non bene ·scandagliate esce., per così dire, il valore delle cose, sarà sempre ·soggetto a variazioni, anche ·nella econon1ia socialistica, per la ·ragione che i gusti, i desideri, i capricci, le idiosincrasie degli uomini sono tante e così mutevoli. Oggi però, le diversità gravissime .di condizioni economiche e sociali fanno sì che poveri e ricchi attribuiscano un valore diversissimo alle cose, e propriamente attribuiscono alle cose un valore che sta in ragione inversa del biso- ;gno che ne hanno, quindi massimo per il povero, mini~o per il ,I ricco. Donde la grave ingiust;izia dei. cambii, e donde pure la gravissjma iniquità del contratto cli lavoro : -perchè la spinta della ·fame induce l'operai<? a vendere le sue braccia per assai meno di ,-quello che esse producono. Qui sta la spiegazione del plusvalore Biblioteca·Gino Bianco

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