LA GREPPIA quale l'imposta sui consumi è il principale strumento 48 • Nelle città la sopratassa fondiaria e altre imposte che c~lpiscono le classi agiate rappresentano il 15,48.%\ del totale delle imposte, contro il 46,09 rappresentato dall'imposta sui consumi e da altre sopportate direttamente dalle classi lavoratrici 49 • Senza entrare nella questione dell'incidenza finale delle imposte che si pretende gravi sui ricchi. E non solo tale ineguaglianza è permanente ma è anche progressiva. In Liguria, in provincia di Venezia e in Toscana la sopratassa fondiaria diminui nel decennio 1870-1880 mentre le tasse di consumo avevano raggiunto il massimo. Queste, a favore del governo e dei comuni, salirono fra il 1861 e il 1877 di 28 milioni. « Di qui il gravissimo sospetto - scrive il d'Alessio 50 - che le classi dirigenti abbiano tenuto conto un po' troppo del loro interesse e troppo poco di quello delle classi da loro dirette. » Questo sospetto si trova per caso confermato dal fatto che, àl momento dell'abolizione della tassa governativa sul macinato, per cui si fece tanto chiasso, i comuni aumentarono le tasse di consumo. « Su 350 comuni dichiarati inaccessibili alle tasse di consumo - dice una circolare del Depretis, gennaio 1864 - piu di cento aumentarono l'imposta di consumo quando lo Stato rinunciò alla tassa sul macinato. Dal 1877 al 1882 le tasse sulle farine, il pane e le paste aumentarono nell'interno dei suddetti comuni da 13 a 16 milioni e mezzo. » In un comune dove il consumo era gravato d'una in1posta di 9.500.000 lire, la proprietà fondiaria non pagava un soldo, perché, diceva il Sindaco, i proprietari del nostro paese son ricchi, ma sono cosi pochi: se si tassassero le loro terre, ognuno pagherebbe troppo! Nessun Mirabeau del luogo sorse nel consiglio municipale a ripetere l'opinione del grande oratore: « Ecco la lista dei proprietari: scegliete fra i piu ricchi affinché siano sacrificati meno cittadini.» 48. Quota annuale per abitante. (1878-1882). Imposta di consumo ' Imposta fondiaria Roma 40 24·4 Genova 40 27,0 Firenze 38.3_ 28.6 Venezia 26.9 18.6 Bologna 22.0 13.6 Catania 26.0 6.o Livorno 31.2 17.9 49. G. d'Ar.Ess10, L'imposta del Dazio di consumo in Italia, « Annali di statistica », serie II, vol. 17, 1880, p. 28. 50. Loc. cit., p. 37. BibliotecaGino Bianco
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