F.S. Merlino - Questa è l'Italia

F. S. MERLL~O impone come condizione che si transiga con la Società e lo Stato paga altri 5 milioni a complemento di 37. Ma è ora di arrivare al famigerato cc carrozzone» Depretis. L'affare fondamentale è un prestito di 265 milioni di cui il Governo aveva bisogno in quel momento (1884). Quante giravolte, quante ingegnose scene con relativi applausi al relatore alla Camera, per mascherare l'operazione. Le ferrovie, le cui iniziali brevi linee eran state un po' alla volta collegate, stavano per diventar preda di alcune società. Stanno per esser loro affidate, perché, nota il relatore, « costituire oggi potenti Società ferroviarie è come organizzare forze ... che rappresentano una garanzia d'ordine economico e sociale» 37 • Su questo principio si riorganizzano le società esistenti in tre gruppi: Mediterranea, Adriatica, Siciliana per la gestione rispettivamente di 6074, 5863 e 1135 km. Il materiale mobile e quello di riserva, che in parte non erano dello Stato, subiscono le trasformazioni seguenti: prima lo Stato lo riceve a prestito pagando per l'uso alle Società il 5,79 per cento del capitale valutato 265 milioni; poi Io stesso Stato lo rivende alla stessa Società per una somma di 265 milioni, di cui 135 devono essere spesi entro quattro anni per riparazioni e acquisti supplementari. Finalmente esso s'impegna a prendere il medesimo materiale allo spirare del contratto, nelle condizioni in cui si troverà e al prezzo di vendita. Tutto ciò è assai sottile, ingegnoso, anche spiritoso, ma, del pari, dispendioso; perché alla fin fine, lo Stato prende a prestìto 265 milioni di lire a un tasso superiore alla rendita pubblica e per di piu si impegna a pagarne 135. E poiché allo scader del contratto lo Stato rimborsa l'intera somma di 265 milioni, ne deriva che, per esempio, se la Soci.età Mediterranea riprendesse la gestione del suo tronco ferroviario, non accetterebbe il materiale che a prezzo di stima e guadagnerebbe cosi da un giorno all'altro una differenza valutata del 20% del valore del materiale. Passiamo alle altre clausole. Sul ricavato della gestione le Società prelevano per spese di esercizio il 62 % (la Siciliana 1'82 %); il resto si ripartisce secondo una scala mobile, tra i fondi di riserva, il rinnovo del materiale ecc. le Società e lo Stato. Resta fissata la partecipazione delle Società per un capitale di 315 milioni, in cui entrano i 265 presi a prestito dallo Stato su cui già gravava un interesse del 5,79. L'ammontare previsto. (62 %) delle spese di esercizio è quello di un solo anno, 1882, anno di spese ec37. Re?azione alla Camera dei deputati, I novembre 1884, p. 9. BibliotecaGino Bianco

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