LA GREPPIA indelicata, soprattutto a causa di una lettera che il primo aveva inviato al secondo, ove si trovano queste espressioni: << pensiamo a far quattrini »; che per il Civinini la prova non era abbastanza schiacciante; e infine che c'erano, contro tanti deputati, indizi· che essa non si prese cura di approfondire. Ma, si dirà, come spiegare .che la maggioranza della Camera, di cui un cosi gran numero di membri erano compromessi nell'affare, abbia consentito a promuovere l'inchiesta. Non sarebbe ciò una prova di buona fede o almeno di penti1nento da parte sua? Ahimé! non possiamo serbare questa pia illusione, perché l'inchiesta, dapprima negata, fu concessa solo dopo un grave scandalo suscitato notoriamente dal processo del Gazzettino Rosa di Milano e al fine di soffocarlo. Ricordiamoci dell'incidente Lobbia, che gettò una sinistra luce su quel losco affare. Cristiano Lobbia, colonnello e deputato, si presentò un giorno alla Camera per denunciare gli intrighi e gli intriganti. La Cabala grida: « Abbasso il calunniatore! Le prove! Le prove! » « Ecco le prove! » risponde Lobbia tirando fuori sotto gli occhi della Camera un grosso portafogli. « Deponetelo sul banco! » gridano i lanzichenecchi della destra. No, perché voi lo fareste sparire, come l'incartamento dell'inchiesta sulle ferrovie meridionali» rispose vivacemente Lobbia; « io chiedo che sia nominata una Commissione con l'incarico di ricevere i documenti, e responsabile della loro sparizione. Io lo depositerò solo davanti a notaio in atto pubblico ». Dopo di che, Lobbia abbandonò la Camera. Quello che accaddt è noto; il giorno prima di quello in cui dove·va andare davanti alla Commissione d'inchiesta, Lobbia è aggredito da assassini mascherati, che tentano di pugnalarlo. Vien ferito al petto e alla testa, si difende coraggiosamente, il portafoglio para il colpo che mirava al cuore. Alcuni giorni dopo, un certo Scotti, testimone dell'attentato, muore, si dice, avvelenato; e i giudici rifiutano l'esumazione del cadavere perché si proceda a un'autopsia. Le donne della via Armonio, dove l'attentato si 'è svolto, non han sentito nulla. Piu tardi, il presunto assassino, Fabruzzi, fu trovato annegato in Arno; il suo complice fuggi in America, e Lobbia, accusato di simulazione di delitto, fu condannato a tre anni di prigione. Un commedia giudiziaria, si dimise spiegandone i motivi; un altro magistrato meno scrupoloso, il Cantini, si incaricò della bisogna e, ancora una volta, l'alta Camorra fu salva. Il povero Lobbia, rimandato da Erode a Pilato, mori di dolore quald1e procuratore generale che non volle prestarsi a tale sanguinosa ·- Biblioteca Gino Bianco
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