LA !;REPPIA . Ma lo Stato non si è accontentato di succhiare il sangue della nazione e di concentrare nelle sue mani, per offrirla ai suoi satelliti, la maggior parte della pubblica ricchezza. Si è esso stesso dedicato alla speculazione e all'aggiotaggio; si è fatto speculatore in borsa. Non ha compiuto un atto d'amministrazione, a cui non fosse congiunta una speculazione o un'operazione di banca. Quando, per esempio, ha affidato ad una Regia cointeressata il monopolio dei tabacchi, ha contratto un prestito, vedremo a quali condizioni; e quando, ultin1amente, ha del pari assegnato a tre compagnie private la gestione di tutte le ferrovie della penisola, ha anche allora contratto un prestito; quando ha decretato il corso forzoso e ha emanato leggi per regolare la circolazione legale, ha sempre contratto debiti. L'emissione dei buoni del Tesoro, che non è se non un prestito, ha determinato a sua volta un prestito, poiché il governo deponeva i suoi buoni alla Banca, prendendo su di essi a prestito delle somme. Il prestito forzoso del 1866 è stato anch'esso congiunto a una simile operazione. La vendita dei beni demaniali, la liquidazione del patrimonio immobiliare delle corporazioni religiose soppresse son state attuate nello stesso modo mediante prestiti, obbligazioni, anticipi. Solo cosi si è potuto risolvere il difficile problema di liquidare, di dar fondo in poco tempo a un patrimonio di varii miliardi, accumulato da generazioni di donatori, di testatori e destinato alla piu lontana posterità. Osserviamo questo fatto piu davvicino. Che cosa ha compiuto lo Stato per raggiungere quel fine che avrebbe potuto sembrare irraggiungibile? Ha incominciato col creare società - come quella per la vendita dei beni demaniali - conferendo privìlegi e promettendo partecipazione del premio derivante 1:• dall'alienazione dei beni. Nel medesimo tempo, ha emesso obbligazioni. demaniali ed ecclesiastiche, ha pagato, per esempio~·per spese di stampa delle obbligazioni ecclesiastiche, sconto e commissione ai sottoscrittori e ai sindacati bancarii 5.087.198 lire; inoltre, la differenza fra il prezzo nominale e quello di vendita sali a 98.305.537 lire. Una parte di tali obbligazioni era rimborsabile nel 1881; e il Governo dové acquistarle alla pari, o press'a poco, spendendo .29 milioni in obbligazioni, che gli avevano dato al massimo .23 milioni e mezzo 25 • I compratori, come abbiam detto in un precedente capitolo_, approfittando 25. BEllTozz1, Notizie storiche e statistiche sul riordinamento dell'Asse ecclesiasticonel Regno d'Italia, « Annali di Statistica », serie I.I, vol. 4., Roma 1879. Biblioteca Gino Bianco
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