F.S. Merlino - Questa è l'Italia

F. S. MERLINO dalla legge civile, è giunto ad invocare l'aiuto della giustizia penale per assicurarsi l'esclusivo esercizio dello sfruttamento pubblico per mezzo della lotteria - che fa giudicare il contribuente in segreto da commissioni amministrative e lo obbliga a pagare quanto gli richiede, salvo una successiva e vana protesta contro l'estorsione ingiusta - ebbene! il governo ha ceduto tutte queste armi formidabili agli aguzzini e agli scagnozzi eh' egli ha sguinzagliato nel paese; esso permette ai suoi agenti di spingersi fino a una brutalità delittuosa, fino allo spopolamento, fino alla proletarizzazione di intere regioni. Quanto sangue e lacrime sia costata al contadino italiano l'imposta sul macinato non si saprà mai. Per non parlare delle tante rivolte eh' essa ha provocato, basterà rilevare come, in due anni, essa abbia dato occasione a 13.000 citazioni, che le spese di esattoria ammontavano a venticinque milioni all'anno e che essa portò via, fra il 1869 e il 1876, alla popolazione, 1040 milioni. Le spese di esattoria dell'intero complesso di tributi , rappresentano in Italia il 32 o/o·. Dal rapporto sul settore contenzioso della finanza per il 187 5 risulta che lo Stato ha avuto 110.866 cause con i contribuenti dal 1864 al 1872. Non parliamo della ripartizione delle imposte fra le classi sociali - ripartizione cosi equa per cui una rendita di 400 L. annue paga la stessa imposta di quella di 40.000 - né dei risult3:ti, lesivi della esistenza degli operai, di talune sue imposte, come quella sul sale, che costrinse i contadini a far uso di sali denaturati destinati all'agricoltura; né della iniquità nell'applicazione delle imposte, come quando si è voluto tassare come vendita al minuto i pagamenti in natura (vino, derrate) dei padroni ai braccianti e quando si è venduto l'unico pagliericcio di una famiglia, gli strumenti di lavoro di un povero operaio o gli appezzamenti di terreno di tanti agricoltori in cosi misere condizioni, che, per una lira, si son lasciati espropriare di ogni loro avere 23 • Veramente il Sachs ha ragione di « celebrare la devozione ammirevole con cui la nazione italiana sopporta gli enormi balzelli impostile dal suo governo», benché non abbia ragione di credere « ch'essa si sottometta volontariamente ai molti e continui sacrifici che le son chiesti» 24 ; le sollevazioni frequenti e assai gravi dei contribuenti italiani fan giustizia di quell'insulto gratuito alla loro dignità! 23. LAVELEYE, Nuove ldtere d'Italia. 24. L'Italia, le sue finanze e il suo sviluppo economico, Parigi, 1885, p. 6. Biblioteca Gino Bianco

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