F. S. MERLINO Nel 1871 la circolazione che al 1° maggio 1866 era di 249.000.000 raggiunse i 1206.000.000; nel 1874 sali a 1.513.000.000 di cui 880 per conto dello Stato. Nel 1873 il disordine della circolazione fiduciaria era giunto al colmo. La Banca re:>mana, per parlare solo dei principali istituti, con un capitale di appena 5.000.000 aveva emesso per 48.000.000 di biglietti; il Banco di Napoli, con un capitale versato di 33.000.000, manteneva in circolazione 195.000.000 di carta e il Banco di Sicilia faceva circolare 59.000.000 di carta, pur non possedendo che un capitale di 8.000.000. Alla fine del periodo indicato il numero delle Banche era salito da 19 a 143 e il loro capitale da 163.000.000 a 793.000.000. Perfino all'estero si cercavano capitali sotto il nome di Istituti che avevano di italiano soltanto il nome e che spesso non esistevano se non negli annunci dei giornali e nelle circolari dei loro fondatori. Furono commesse vere truffe, in seguito ~velate da processi tanto scandalosi quanto inutili. come quelli in cui furono implicati gli amministratori della Cassa Mobiliare del Credito Provinciale e Commerciale a Torino e della Cassa Sociale di prestiti e risparmi con 200 Succursali in città e comuni d'Italia 18 • La crisi scoppiò nel 1873 e fu terribile. Numerose banche sparirono, molte altre dovettero limitare considerevolmente il loro capitale. Il Sachs dà l'elenco di 26 banche principali scomparse con un capitale di 380.000.000 di lire. Alla fine del 1879 restavano 101 banche con un capitale di 269.000.000; il 30 giugno 1883, 113 con 405.0000.000. La fonte del1a speculazione fu inesauribile e le Banche, che avevano cessato di speculare su le imprese delle ferrovie e delle opere idrauliche, sulla .vendita dei beni demaniali. sui prestiti civici ecc. si lanciarono con avidità sfrenata sulle costruzioni in pieno sviluppo a Roma, a Napoli, a Milano e un po' dovunque. Roma diventò il centro di tutte le speculazioni: si costituirono società per la speculazione dei ter18. A Napoli comparvero nel 1870 i famosi Banchi d'usura, che sotto il naso del governo, promettendo interessi favolosi del 12, del 20 e del 36 per cento in oro mensili, estorsero somme enormi (almeno da 80 a 90 milioni) :i una popolazione per cui tutto era nuovo in materia di economia. La febbre del guadagno si trasmise dall'una ali 'altra classe, dalla città alle campagne r si manifestò con tutti i caratteri di una epidemia contagiosa. I residui del denaro tanto audacemente rubato al pubblico finirono nelle tasche dei sindaci e nelle spese giudiziarie. V. G. MASTRIANI, Tragicommedia delle Banclze-usure del 1870, Napoli, 1870. Biblioteca Gino Bianco
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