VI PREFAZIONE e wegli strumenti legali (partecipazione alle elezidni) perdeva continuamente terreno e, chiudendosi m un ostinato settarismo, si isolava dal movimento operaio; si andavano sviluppando invece le correnti socialiste cosiddette "evoluzioniste, legalitarie", facenti capo ad Enrico Bignami, a Osvaldo Gnocchi Viani ed al l'o:rogiornale milanese La Plebe, le quali propugnavano il "partito operaio", l'organizzazione economica delle cl'assi lavoratrzlci e non erano contrarie alla partecipazione alle lotte elettorali. Ed un altro fiero colpo all'anarchismo lo p9rtava A ndrea Costa con la sua "conversione", cdn l'abbandono ci-<Yè delle sue vecchie posizioni anarchiche e con la fon dazione zn Romagna del Partito Socialista Rivoluzionario. Particolarmente difficile doveva -inoltre essere l'ambiente in cui si trovò ad agire il J\1erlino a Napoli, e ciò non tanto per le provocazioni e le persecuzioni poliziesche (fu prooeissato una prima volta nel I878 ed una seconda nel I88r), quanto per la scarsa consistenza e serietà del gruppo anarchico locale, diviso in- frazioni ostili l'una all'altra e dilaniato da beghe e contese spesso di nàtura pers.onale. Lo stesso Merlino cosi si sfogava con wn suo amico, il pugliese Antonio Murgo: « Carissimo M urgo, « Sono parecchi anni che dura qui, sorda od aperta, ma sempre accanita, una lotta fra me ed i vecchi elementi, e prima di, me questa loUa la sostenne il Covelli, e prima di lui Malatesta. Malatesta, Covelli ed io ci siamo trovati fra gente impossibile. Non; lavorano, sono incapaci di prendere la menoma iniziativa., e soltanto sono invasi da uno spirito dwboliico di puerile invidia, e preaicano: la guerra all'individuo. « Non appena tu sei riuscito, chi sa con quanti sforzi.,,a riunire un certo numero d'operai, e già conti d:i fare qualche cosa di serio, ecco te li vedi ooniparire per seminare la zizzania, per dividere, per demolire. « Questo hann•o fatto tempo fa con una Federazione Operaia, questo ora col Circolo». (Da una lettera inedita del 1 g maggio l 882). Il fatto è che il 111 erlino era .troppo intelligente per approvare e oondividere il settarismo in cui si andavano sempre pi?t chiudendo gli anarchici della generazione precedente la sua; ma gli sforzi che esercitò per reinserire gli anarchici nel movimento operaio, sforzi ,particol'armente tenaci tra il r88o ed il I883, specie a Napoli, a Roma, nelle Marche ed in Puglia, riuscirono sempre scarsamente fruttuosi. Fu tale anzi la guerra BiblioteèaGino Bianco
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