F.S. Merlino - Questa è l'Italia

INTRODUZIONE 9 j in cui si spiegano le ragioni della risoluzione presa. imp1orando con tutte le forme dell'etichetta perdono del disturbo causato dalla notizia alla digestione del buon pubblico. Nell'esercito il suicidio è una rivolta. Da Misdea fino ai battaglioni dell'Africa e da questi al soldato di Benevento 12 , una serie di rivolte è scoppiata nell'esercito contro la disciplina, la vita militare, la caserma. D'altra parte faremmo male a metterci di cattivo umore. Beati quelli che se ne vanno: beati anche quelli ·che restano. I nostri contadini abitano, è vero, nelle grotte, o fra le macerie, o in nicchie scavate nelle mura; si nutrono di crusca, di radici, di carcasse di bestie morte di malattia, invidiano non solo, come dice il poeta, il pasto del cane del padrone, ma il cane stesso 13 • Portano biancheria di canapa, quando pure ce 12. Misdea, Scaranaro, Marino, Costanzo e altri cento che continuano la tradizione fino al soldato di Benevento e a quello di Lecce, di cui parleremo, danno sufficiente prova del valore e dei tristi effetti della brutale disciplina imposta ai soldati dagli ufficiali e dai sottufficiali. I quali, d'altra parte, hanno sperimentato quegli effetti su di sé in Africa. Dove una compagnia si ribellò e sparò sul suo comandante, che voleva per forza condurla in ricognizione dopo che un'altra compagnia aveva dovuto battere in ritirata, dopo la perdita di molti dei suoi colpiti da insolazione e da una specie d'avvelenamento provocato da certe erbe. L'incidente di Benevento, a cui si è· fatto allusione, è cosf raccontato da un corrispondente de l'Indépendance beige: « •.. Dramma sanguinoso, svoltosi qualche tempo fa sulla strada di Benevento, dove, durante uwt marcia, un bersagliere incominciò a sparare sul suo battaglione, uccidendo con una fucilata il coma'.1dante e un sergente, che si precipitavano su lui per disarmarlo. L'inchiesta fatta stabilf che il forsennato era esasperato dai cattivi trattamenti e ridotto alla disperazione perché, essendo malato, aveva chiesto invano al suo superiore d'essere provvisoriamente esonerato dai servizi pesanti. A Lecce (continua il corrispondente) è accaduto un fatto che prova come, ahimé!, i sistemi e i mali trattamenti lamentati dall'assassino di Benevento siano all'ordine del giorno. Un soldato del IV battaglione di linea è morto d'inanizione, mentre stava trasportando dei sassi. Il povero diavolo era malato e anch'egli aveva sollecitato invano un esonero provvisorio. Era !>offerente di cardialgia ed è morto, letteralmente sfinito dalle fatiche, impostegli senza alcun riguardo alla sua malattia. Il corrispondente continua, narrando d'essere stato egli stesso testimone dell'inumano comportamento degli ufficiali verso i soldati colpiti da malaria, tremanti di febbre e tuttavia obbligati ad ogni sorta di servizi dagli ufficiali, che non credevano alla loro malattia. Spesso le manovre annuali si son dovute sospendere, perché il pubblico era impressionato dalla quantità di soldati che rimanevano a mezza strada a causa, o delle insolazioni, o delle eccessive fatiche. (V. la cronaca del Giornale degli Economisti, settembre 1889). Aggiungiamo che la pena di morte, :ibolita dal nuovo codice penale, rimane un triste privilegio dei soldati. 13. Giovanni Faldella, il cui pseudonimo letterario è Cimbro, al principio del gennaio 1890, rivolgeva zi giornali italiani una lettera straziante sulla miseria dei contadini della maggior parte delle regioni d'Italia. « Chiunque, egli dice, viva· in campagna, in contatto quotidiano con i contadinj,_ cçn_s~ata l~ Biblioteca Gino Bianco

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