F.S. Merlino - Questa è l'Italia

LA BORGHESIA 189 zianti può essere piu intensa, dove i consumatori sfogano spesso il loro disappunto sui giornali costringendo talvolta l'autorità a prender qualche misura, quali devono essere la potenza, la diffusione, la pressioJ?.e del monopolio nelle campagne, dove il contadino si trova legato mani e piedi in balia del padrone, che è spesso insieme proprietario, monopolizzatore e magistrato civile? Il Franchetti 40 ci rappresenta la sorte che tocca al povero contadino di un paese siciliano. « Finita la trebbiatura, egli scrive, giunto il gran momento della divisione del grano sull'aia, il contadino può dirsi fortunato, se riesce a prender per sé tre o quattro delle venti salme del raccolto, anche se di qualità inferiore, spesso di salame, avanzo mi5to di terra. Ottenuto finalmente il suo grano, il poveretto ha ormai un solo scopo: venderlo per pagarsi i debiti e comprare delle provviste, anche le piu avariate, per il suo vitto. Ecco che si avvia con un paio di salme di grano sul muletto alla volta della vicina città in cerca d'un compratore. Ma incontra soltanto sensali, coalizzati fra loro e con i negozianti in vere società monop:olistiche o, per parlar chiaro, in una vera camorra, i quali impongono al' contadino il prezzo piu basso se comprano da lui, e il piu alto se gli vendono 41 • Cosi è dovunque: cc A S. Bartolomeo in Galdo, presso Benevento, non ci sono vere e proprie strade carrozzabili, né mercato degli alimentari; non si vende il grano sul posto, ma solo a Foggia e per portarvelo ci vogliono -molti buoni muletti. I proprietari di essi sono pochi e si accaparrano il commercio, monopolizzandolo; il contadino è alla mercé del proprietario, arbitro assoluto del prezzo del grano come della mano d'opera e del salario. Tuttavia, se l'annata è buona, il contadino può vivere alla meno peggio; ma, se è cattiva, diventa completamente preda del padrone che, trasformato in usuraio, gli presta un sacco di grano, per averne due al prossimo raccolto. Mentre panettiere in 10 centesimi per kg. dì pane; inoltre la libbra di pane data dal panettiere non pesa mai piu di 300 grammi invece di 333; ciò costituisce, per una famiglia che consuma tre chili di pane al giorno, una perdita di L. 43,40 all'anno. I danni sugli altri comrr.estibili sono proporzionati. A Milano no_n c'è calmiere e il pane è venduto pìu caro che nei sobborghi, ove esiste il calmiere. Ma i panettieri dei sobborghi fanno tanto piu pane, quanto quelli di città ne fanno meno; gli uni hanno il loro tornacoRto ad aumentare la vendita della stessa produzione in cui gli altri non ritengono profittevole provvedere :il consumo. Mediolanum, vol. IV, p. 101, Milano, 1881. 40. Op. cit., p. 93. 41. V. anche CATTANI, Sulla economia agraria praticata in Sicilia, Palermo, 1873, p. 2.52, 258. Biblioteca Gino Bianco •

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