F.S. Merlino - Questa è l'Italia

LA BORGHESIA tevole, solatio, bello e sano, trasformatosi in paese di malaria, di pellagra, di tisi e di colera; scendete dalle Alpi nelle valli, dalle alture appenniniche al. mare; passate dall'uno all'altro paesaggio sempre piu affascinante, Alpi, litorale. valli, pianure, isole, promontori: il vostro cuore, apertosi alla gioia e ad ogni piacevole sentimento, si stringe tutt'a un tratto come per un'acuta puntura, quando un diverso paesaggio si presenta ai vostri occhi, quello dell'umanità che si inerpica su - quelle colline, che abita quelle casupole, che lotta sui flutti marini, nuda, affamata, incatenata; e quello delle rovine, delle traccie d'una civHtà passata, splendore dli. una tradizione spenta, le quali mettono in evidenza, per contrasto, l'obbrobrio, la barbarie della condizione attuale. Sunt lacrymae rerum! Nei luoghi di grande coltivazione, nei terreni piu fertili, come nella bassa pianura lombarda, nella campagna romana, nella Capitanata e nella Basilicata, nella maggior parte della Terra di Lavoro, della Calabria, e nell'interno della Sicilia vivono i contadini piu poveri 2 • Accanto a praterie artificiali fra le piu splendide, a grandi e magnifiche cascine, che rivelano l'opulenza del fittabile, vi sono catapecchie orribili dei piu miserabili agricoltori! Che contrasto! Nel bel mezzo di un'agricoltura lussureggiante, vicino alle mura della ricca industre e dotta Milano, si vedono contadini alloggiati peggio che bestie e nutriti di polenta; gente miserabile; infelice che, sfinita dalla fame, cerca -come cibo nutriente le rane. Impossibile immaginare un trattamento piu odioso di quello che la borghesia fa sopportare ai contadini. I rapporti tra lei e la classe eh' essa ha espropriato della terra si riassumono in una parola: il contadino non conta nulla, non esiste civilmente, non ha diritti; tutto quanto egli produce non gli appartiene, eccetto quello che gli lascia, bontà sua, il padrone. In Sicilia il gabellotto, vero tipo del borghese, il quale affitta dal feudatario uno o piu feudi, ciascuno dei quali misura da 1000 a 2000 ettari di terreno e spesso perfino 6000, li subaffitta, talvolta di seconda e di terza mano, in piccoli lotti, da 2 a 4 ettari, ai contadini piu poveri, mediante contratti verbali, ch'egli si limita ad annotare sui suoi registri e ricava dal lavoro di quei servi della gleba il cento tutto il popolo. A tale scopo, non si mostrarono troppo difficili sui mezzi: Fecero luccicare agli occhi delle moltitudini la visione d'una prossima età dell'oro, della divisione dei fondi comunali, della giustizia, della ricchezza, ecc. 2. G .. CARUSO, I sistemi dell'amministrazione rurale e la questione sociale, Pisa, 1874. BibliotecaGino Bianco ..

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