F.S. Merlino - Questa è l'Italia

166 F. S. MERLINO i deputati. Questa nuova classe feudale, tanto piu esorbitante e vessatoria, quanto piu essa è illegale, cioè non è sancita dalla legge, ma dipende dall'arbitrio delle influenze e da casuali combinazioni tra i detentori del potere economico e del potere politico e amministrativo, è la base stessa su cui posa il sistema rappresentativo. Quando lo Stato si riduce, tolta ogni maschera, a una coalizione di politicanti, d'imprenditori e di burocrati, come abbiamo visto; quando opprime cosi la nazione, quando domina sfrenatamente, non solo nella sfera di ciò che si è convenuto di chiamare il diritto pubblico, ma invade anche il diritto e i r.apporti privati, cosicché non è piu possibile al piu modesto, al piu pacifico cittadino trovare un rifugio, un angolo inaccessibile, neppure sulla cima d'un monte, o in fondo ad una valle, o sullo scoglio d'un'isola in cui vivere al riparo dal dispotismo della classe al governo, c'è forse da stupire se le popolazioni, piu chiaroveggenti dei filosofi borghesi, lo odiano e riserbano le lor simpatie agli insorti; se, governo per governo, esse preferiscono quello dei ·briganti 50 , il quale è almeno un governo responsabile, che la forza ha creato e che la forza e il coraggio possono distruggere o combattere e che conserva, dopo tutto, alcunché di umano, che invano si cercherebbe nell'anonimia del dispotismo ufficiale? Si sono accusate di barbarie le popolazioni meridionali dell'Italia e il Marselli ha detto 51 che « il senso morale corrotto rendeva una parte dei cittadini desiderosi di un governo senza imposte e senza carabinieri». Bravo! Quando si 50. In Sicilia i briganti formavano una specie di governo, esigevano pagamenti regolati in modo pacifico, come esattori di imposte. Quando mancavano rifornimenti, armi o denaro, si rivolgevano a questo o a quel proprietario nel modo piu cortese e quegli rispondeva con pari gentilezza ai loro desideri. Spesso, in cambio di tali favori, essi si prendevano la briga di proteggere proprietà e persone; e guai a chi le toccava! Fungevano da giudici, indennizzavano la parte lesa con denaro che facevano sborsare agli offensori; obbligavano i ladri a restituire la refurtiva e a risarcire i danni ecc. Il capobanda organizzava un vero esercito di complici e confidenti a cui affidava i servizi pubblici del suo governo, in particolare la contropolizia, la posta e il telegrafo. Si assicurava, con la complicità di alcuni ricchi gabellotti e con la protezion~ di persone altolocate, rifugi sicuri e talvolta inviolabili. La banda aveva in certi casi un cassiere-contabile ecc. Stabilite cosi relazioni normali con i proprietari, questi non le sentivano quasi piu pesare. La stessa cosa vale per la camorra, che aveva un vero governo clandestino. Il suo ultimo capo, Salvatc.re di Crescenzo, promulgò una vera amnistia « per tutti i criminali della società » e il popolino napoletano gli fece un 'ovazione per ringraziarlo. 51. MARSELLI, Il mezzogiorno d'Italia. BibliotecaGino Bianco

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