F.S. Merlino - Questa è l'Italia

IL GOVERNO 159 l'interesse di una fazione politica 39 • Abbiamo visto concorsi ad un impiego banditi, poi venir sospesi e abbandonati, mentre si nominavano supplenti contro lo spirito della legge, affinché quei favoriti.potessero godere del posto e degli emolumenti a titolo provvisorio e acquistare un .titolo, per occuparlo definitivamente (ciò è accaduto, per esempio, nell'insegnamento universitario, evidentemente decaduto, dacché è finito in mano dei politicanti e degl'intriganti multicolori). Finalmente abbiamo veduto rimettere in carica persone, che erano state non solo revocate da essa per gravi falli, ma private di una pensione. Anche in ciò non c'è altra garanzia che l'arbitrio del governo». Quale inquisitore, non contro un ministro, un partito, un uomo politico, ma contro il sistema parlamentare in sé; e quale predicatore! Davanti ai fatti citati dal Minghetti, non sono possibili due opinioni: nel governo rappresentativo, come in ogni altro, la libertà, la vita, i beni dei cittadini sono a discrezione di una piccola oligarchia, che varia, ma incessantemente si ricostituisce. La somma dei poteri che sta nelle mani di un governo è spaventosa; non ci sono serie garanzie contro l'abuso. il quale t:onsiste nel trasformare l'amministrazione in uno strumento di dominio e d'arricchimento: i suoi mezzi d'agire sono lo spionaggio, la corruzione, la disciplina. Per vedere il sistema in azione, non abbiamo che da considerare un periodo del 1886. Come risultò da una interpellanza del Cavallotti, il sistema elettorale adottato dal governo può essere considerato come il compendio, la sintesi di tutti gli artifici, che un governo impiega nelle condizioni normali per mantenersi al potere; o, mi sia permessa la metafora, come sinfonia finale in cui siano vivamente ripetuti e ripresi tutti i motivi dell'opera. All'epoca delle elezioni generali politiche del 1886 il governo studiò i bisogni delle popolazioni. o piu esattamente, della maggioranza elettorale e si affrettò a soddisfarli o a promettere di soddisfarli. Il ministro dell'Interno accordava sussidii agli asili, permessi di porto d'armi, riscatti di multe, scuole ecc.:, quello della Guerra concedeva ad un comune una caserma, all'altro la guarnigione; il ministro di Grazia e Giustizia firmava grazie, quello dei Lavori Pubblici accordava strade da gran 39. Il prefetto di Corte si doleva in Senato (.30 luglio 1877) che alcuni deputati, usando e abusando della loro influenza presso i ministri, governino le provincie da irresponsabili e facciano del prefeno uno strumento delle lo ro passioni. BibliotecaGino Bianco

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