IL GOVERNO 143 a capo delle amministrazioni provinciali e comunali, saccheggiare a mansalva il patrimonio pubblico. li abbiamo conosciuti, avvocati, influenzare la magistratura e cosi accrescere le loro clientele professionali a spese di loro colleghi; li abbiamo visti lasciarsi corrompere, non individualmente, ma in massa, per cosi dire, 58 per volta, come nell'affare dei tabacchi; li abbiamo veduti ancora accaparrarsi i beni demaniali -ed ecclesiastici, le imprese bancarie, ferroviarie ecc.; accettare missioni diplomatiche, prefetture; e li abbiamo visti, o li vedremo, debitori insolvibili di istituti di credito. affaristi e protettori della camorra e della mafia, cioè capi e padroni di vere associazioni a delinquere. La fase precedente del sistema parlamentare (in Inghilterra, perché in Italia esso fu importato come governo di gabinetto) è rappresentata dall'accordo diretto del re con i sedicenti rappresentanti nazionali; i ministri individualmente responsabili verso di lui, ciascuno per il suo dipartimento; e i deputati corrotti dal re, almeno la maggioranza, con titoli nobiliari, concesssioni di monopoli, a danno della nazione, con doni in contanti, talvolta intimiditi da minacce e da atti di rigore. Poiché l'autorità regia è scaduta (difatti il re è una ruota inutile e perfino ingombrante del meccanismo costituzionale) i ministri si sono riuniti in un sol corpo sotto la direzione del loro capo e governano re, parlamento, Paese. Sono loro a fare le elezioni, a preparare i progetti di legge, presentandoli o ritirandoli « per ordine del re» e mettendo i bastoni fra le ruote .all'iniziativa parlamentare; sono loro ancora che attuano le leggi e nominano i funzionari incaricati di metterle ad esecuzione. Essi sono i depositari esclusivi dei segreti di Stato, fanno i trattati e esercitano, checché stia scritto nelle Carte, diritto di pace e di guerra; insomma, tssi hanno nelle mani il presente e l'avvenire della nazione. Fra di loro non esiste una condizione d'uguaglianza. Ogni ministro sceglie le mansioni piu delicate, le piu importanti del suo ministero, che crede in sua facoltà di sottoporre al Consiglio. Se egli è debole, consulta sempre il superiore: se quçsto è tale solo di nome, c'è nel gabinetto, o fuori, un capo effettivo, al quale ogni povero di spirito espone gli scrupoli della sua coscienza. Il ministro molto popolare, alla Camera o presso il paese, fa da sé: di qui caos, contrasti e scissioni. Intorno a questo raggruppamento centrale del gabinetto, se ne form;;ino altri, i partiti parlamentari, i quali non sono necessariamente destra e sinistra, ma son dominati da perso- . BibliotecaGino Bianco
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