F. S. MERLINO personaggi eminenti in questione; e furono questi che, al momento propizio, decisero la caduta delle monarchie regnanti, delle quali erano stati per la maggior parte umilissi1ni servitori e che, a un dato momento, tradirono, mentre il popolo, o rimaneva neutrale, o, anzi, parteggiava, in verità senza molto entusiasmo, ma piuttosto per generosità e per un vago presentimento dell'avvenire, per i vinti. Non è neppure necessario dire che il plebiscito fu una commedia organizzata per dare il battesimo di popolarità al nuovo governo, né il numero minimo dei votanti, né le circostanze del voto permettono di prendere sul serio un simile rrucco. Anche meno significative furono le elezioni della prima assemblea nazionale nel 1861 : coloro che ricordano i fischi con cui furono accolti a Napoli i deputati al loro ritorno da Torino, non si lasceranno ingannare dalle apparenze. Ben altrimenti importante è il fatto che i governi provvisori armavano i cittadini e disarmavano i contadini 4 ; e ancor piu, il seguente piccolo ukase promulgato dal comandante Pinell i, nel dicembre 1860 a Napoli : « Chiunque sarà sorpreso in possesso di armi da fuoco, coltelli, pugnali, o qualsiasi altro genere d'armi da punta o da taglio e non potrà dimostrare d'essere autorizzato dall'autorità a portarle, sarà immediatamente fucilato » 5 • Seguono altri due paragrafi, in cui si commina la medesima pena a col~ro che provocano i contadini a insorgere, o insul-· tino gli scudi sabaudi, ecc. Cialdini fece di meglio: fucilava i contadini che faceva png1on1en: Dovunque si mostrò di temere il contadino, il popolo, i soldati, merrtre piena fiducia veniva risposta nella borghesia e negli ufficiali. Si volle terrorizzare le masse. Non si diede 4. I contadini sostenevano l'antico regime unito alla nobiltà. Contro di loro insorgeva la borghesia fautrice delle idee nuove. DE CASTRO, Storia d'Italia da~ '799 al 1814, p. 38. 5. È interessante mettere a confronto con lo stile di questo decreto quello della legge 18 pluvioso, giorno in cui fu proclamata la repubblica partenopea (12 febbraio 1799) dal generale Championnet. Dopo un preambolo sui vantaggi della libertà, il generale esprime la convinzione che « le prove di vero patriottismo dategli dalla popolazione » lo fanno sperare che essa risponderà docilmente al suo invito di consegnare spontaneamente le armi affinché servano ai cittadini onesti e conosciuti, incaricati della comune difesa. Il generale conclude: « Certo che voi eseguirete volontariamente l'ordine che vi dò col presente invito, tralascio di minacciare ai refrattari la pena di morte, nella quale d'altronde essi incorreranno come perturbatori della quiete pubblica». P. BRusco, Anarchia. popolare di Napoli, dal 21 dicembre I798 al 23 gennaio 1799, Napoli 1884, p. 60. Bibl"ioteçGa ino Bianco
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