IL GOVERNO Pepoli e altri tentavano di guadagnare alla loro causa Napoleone III, Mazzini predicava l'iniziativa popolare, i doveri dell'uomo. Fra le due frazioni del partito liberale c'era piuttosto competizione che lotta, piuttosto emulazione che antagonismo; le intimazioni, i rimproveri, le minacce, che esse si lanciavano a gara, non erano che richiami di all'erta gettati fra sentinelle 3 • Ciò è stato vero in ogni tempo e lo è stato ancora oggi per la Irredenta. Chi sa guardare attraverso il velo in cui è avviluppata la storia contemporanea, vede chiaramente che la piu cordiale intesa é spesso la piu armonica cooperazione ha presieduto ai movimenti, talvolta divergenti in apparenza, dei monarchici e dei mazziniani, dei cavouriani e dei garibaldini, e si spiega ciò che altrimenti sar~bbe troppo disonorevole per la natura umana, cioè la diserzione in massa, per legioni, dei repubblicani, passati al servizio della monarchia! Non diciamo che non ci siano stati, talvolta, dei malintesi fra le due frazioni del partito liberale, che non si sia temuto, dall'una e dall'altra parte, d'essere giocati dalla frazione avversaria, né che i repubblicani, affermando l'incompatibilità del regime n10narchico con la libertà, non fossero sinceri. Ma, dal momento che erano disposti a transigere sui principii, e subordinare tutto allo scopo supremo dell'unità, cessavano praticamente di essere repubblicani; dominati, prima dal problema dell'ur:i1-. poi da quello sociale, non hanno avuto il tempo d'essere repubblicani: monarchici o socialisti non son mai stati quello che avrebbero dovuto essere. Ogni altra versione della storia non è seria. Il modo in cui, nel 18 59 e nel 1860, prima e dopo l'a guerra franco-piemontese contro l'Austria, si formarono, nelle varie regioni, i cosiddetti governi provvisori, o dittature, prova in modo sufficiente quale fosse la natura del cambiamento operatosi e quale la classe che ne sarebbe avvantaggiata. ccDa qualche tempo - scriveva il ccMonitore toscano» del 28 aprile 1859 - la Toscana aveva il desiderio di allearsi al Piemonte per la guerra d'Indipendenza italiana; e già le piu eminenti personalità del paese avevano. con scritti e lettere private, fatto conoscere al governo le intenzioni di tutti». Il governo piemontese aveva mantenuto, mediante i diplomatici accreditati presso i vari Stati della penisola (quali il Boncompagni, il conte di Villamarina e altri) relazioni segrete con 3. " Osate, Sire, e noi saremo con voi, » fu la formula di Mazzini nel 1859, 186o, 1866, 1870. BibliotecaGino Bianco
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