F.S. Merlino - Questa è l'Italia

F. S. MERLINO un sistema generale vantaggioso fondato su prinop1 scientifici piu esatti. )) l Il lettore che non sia abituato alla fraseologia oscura e involuta, usat~ prima del 1860 dagli scrittori unitarii per nascondere il loro pensiero, sarà ·non poco perplesso davanti alle apparenti contraddizioni di questo passo, ove si dichiara l'unione doganale e politica italiana al tempo stesso impossibile e necessaria, utopistica e scientifica. Ciò che è soprattutto significativo, è l'adesione dell'autore all'idea della lega doganale come possibile scala ad un mutamento generale politico: scala di cui, notiamolo bene, la storia ha fatto a meno, come farà a meno di tante altre, che anime timide s'industriano a fabbricare e ricostruire incessantemente, per condurci senza scosse, passin passetto, alla terra promessa della giustizia e dell'uguaglianza. Invece di salire di gradino in gradino per raggiungere la vetta ov'era lo scettro del dominio, la borghesia italiana, lo abbiamo visto, si lanciò risolutamente all'assalto e, due volte respinta, ritornò alla carica, fino a che i suoi sforzi furono coronati dal piu completo,successo. L'Italia possedeva due governi (senza parlare di quello del papa, che suscitò tante speranze infond.ate) capaci di secondare le sue mire e cli compiere i suoi voti: il governo di Napoli e quello del Piemonte. Il primo, per le sue tradizioni, per la posizione geografica del suo territorio, per il grande predominio degli interessi rurali, vacillò e fu abbandonato. Dopo il 1848, la borghesia napoletana e di tutte le altre regioni italiane emigrò in massa e si raggruppò intorno al piccolo regno piemontese,. che diventò da allora il suo rappresentante e la fiaccola della rivoluzione italiana. Naturalmente, come sempre capita nei periodi di preparazione, benché lo scopo fosse lo stesso per tutti, i rivoluzionari italiani dissentivano fra loro sui mezzi, ma noi non crediamo di allontanarci dalla stretta verità, se diciamo che le divergenze erano piu apparenti che reali. Fatte poche eccezioni, tutti i «liberali» erano unitari, erano decisi a servir~i, per riuscire, indifferentemente a seconda delle circostanze, sia degli intrighi diplomatici sia delle insurrezioni. Fra i monarchici e i repubblicani ci fu piuttosto una divisione di lavoro, che una reale opposizione: gli uni lavoravano la diplomazia, gli altri il popolo 2 • Men.tre Cavour, 1. Della scienza del bel vivere sociale, p. 327 2. Questa verità scaturisce da tutti gli scritti di Mazzini. Biblioteca Gino Bianco

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