,. F. S. MERLINO si fa un massacro, poi si condanna. E· cosi di seguito, fino al conflitto simulato a Calatabiano per fucilare bambini e donne e all'uccisione del fanatico Davide Lazzaretti a Arcidosso, uccisione constatata da un verdetto dei giurati di Siena 38 • Ma da questo excursus nella politica torniamo indietro, per occuparci eslusivamente di ciò che ha stretta attinenza con l'amministrazione della giustizia. Per passarvi, ci servirà quanto segue. Quando, recentemente, il re Umberto passava la rivista a Berlino, nello stesso momento un pover'uomo inebetito usciva dal penitenziario di Portoferraio per entrare nel manicomio criminale di Montelupo, presso Pisa. Coloro che hanno potuto vederlo attraverso le sbarre del vagone cellulare o nelle stazioni di passaggio si son spaventati del suo aspetto, che non è quasi piu umano. Somiglia piu ad un fantasma che ad un essere vivente. Non c'è dubbio ch'esso si avvicini rapidamente alla tomba. E come potrebb'essere diversamente? Nell'aprile 1888 i giornali, rompendo un silenzio di piu anni, fecero terribili rivelazioni sui trattamenti subiti dal «graziato» Passanante nella fortezza dell'isola d'Elba. « Due anni e mezzo - scrisse il Bertani senlessere smentito - Passanante è rimasto sepolto vivo nella piu completa oscurità di una cella, sotto il livello dell'acqua; e li, sotto l'azione combinata dell'umidità e delle tenebre, il suo corpo perdette ogni pelo, si decolorò e si gonfiò, come oggi lo si vede. Poi, per scale tenebrose, fu fatto salire, senza che un solo istante egli potesse rivedere il cielo. alla sua cella attuale al livello dell'acqua». 38. Davide Lazzaretti, carrettiere, fondò il 1 gennaio 1872 a Montelabbaro suo paese natale, una società comunista religiosa. Fece dei viaggi, conferi col Papa, pregò e fu arrestato e perseguitato, una prima volta per aver fanatizzato i pescatori dell'isola di Montecristo, una seconda volta come vagabondo, quindi come perturbatore e cospiratore; la quarta volta fu perfino condannato dal tribunale di Rieti a quindici mesi di prigione e alla sorveglianza della polizia per frode e vagabondaggio. In appello fu assolto. Il governo volle vedere in lui un ribelle e, un giorno, mentre, seguito da centinaia di contadini, scendeva in processione dalla montagna, la forza pubblica lo attaccò e, prendendo pretesto da qualche pietra scagliata, fece fuoco sulla folla, ferendo diversi contadini e a morte il loro capo; il quale, riconobbe lealmente la sezione d'accusa chiamata a riferire i'affare, « lui profeta, santo, re dei re, nuovo Cristo, giudice e condottiero, trasportato in un~ ca~cina, dopo poche ore, cessò di vivere ». Come al solito, quelli che erano sfuggiti alla morte furono arrestati e trascinati in corte d'a~sise. I giurati li assolsero, proclamando cosi che l'atto compiuto dalla forza pubblica era un assassinio. Processo lAzzaretti, Roma, 1879, Cappaccini e Ripambuti editori. NocITo E LoMBRoso, Archivio di Psichiatria, 1880, Torino. Biblioteca Gino Bianco
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