POLIZIA E TRIBUNALI 97 pubbliche son oggi troppo spesso dichiarate sulla carta e ignorate nella pratica e che un governo si deve qualificare non dai principi che ostenta, non dal nome di cui si ammanta, ma dalla somma di libertà realmente posseduta dagli individui nello Stato. A che serve aver abolito il nome di dispotismo, se si conserva la cosa? Che cosa vale, domandava Carlyle, aver soppresso la corporazione dei Gesuiti, se resta fra noi il loro spirito? . Pensate che quegli agenti di polizia, cui si è ciecamente affidato la libertà e la vita dei cittadini, son talvolta reclutati fra gli avanzi di galera e del domicilio coatto, e che spesso si scelgono i piu induriti e i piu riprovevoli delinquenti per farne, dopo averli graziati, il pericoloso strumento della si- .curezza pubblica. Pensate che se ne son visti alcuni, cosi nel regime costituzionale come sotto i governi aboliti, dirigere bande di malfattori. Dopo l'affare Curletti che evocheremo piu avanti, a Napoli otto agenti della polizia segreta capeggiarono un'associazione di 77 malfattori; rubarono in poco tempo .279,.297lire, perpetrarono almeno 4.2 crimini, fra cui 3.2 furti o falsi 25 • Ciò risale al 1867, è vero. Ma quantunque, dopo, non si sia assistito, per quanto noi sappiamo, a processi tanto clamorosi, si è avuta la prova della connivenza della polizia con la camorra e la lotteria clandestina e della sua complicità con ogni sorta di delinquenti. Ora, se noi volgiamo lo sguardo all'Italia settentrionale, troviamo, in epoca recente, un processo, che ha fatto altrettanto chiasso quanto quello degli otto ispettori di Napoli; il famoso processo Strigelli, la cui istruzione, compiuta fra inaudite difficoltà, durò circa tre anni! Mai piu grandioso dramma si svolse davanti ad una Corte d'assise. In verità, in quella faccenda non erano in gioco né l'amore, né l'odio, né alcuna di quelle forti passioni, che, se non giustificano il delitto, scusano ed innalzano il delinquente. No, fu una lunga interminabile descrizione di furti, falsificazioni, frodi, rapine. Il capobanda e gran numero di suoi complici appartenevano alla polizia: il primo. un certo Strigelli, già condannato all'ergastolo, aveva saputo cosi bene conquistarsi la fiducia dei suoi superiori, che gli avevano accordato pieni poteri nell'amministrazione: era chiamato il dele25. Queste cifre ~ono attinte al discorso pronunciato dal procuratore generale Marvasi alla corte d'appello di Napoli il gennaio 1868. L'episodio seguente, dell'associazione di malviventi diretta da Strigelli, è tolta dal resoconto del processo. 8 Biblioteca Gino Bianco
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