Saverio Merlino - Concezione critica del socialismo libertario

ammettendo ed approvando la prima, negando la seconda. Per l'autore, il marxismo non è « una dottrina tutta chiusa e fermata in sé stèssa, la quale non consenta correzioni e svolgimenti>> ma una dottrina che porta con sé, o meglio in sé, una parte sostanziale ed essenziale, ed una parte formale ed accidentale; e questa seconda è dovuta al tempo in cui si è svolta, all'ambiente, a certi preconcetti o anche pregiudizi o a certi scopi secondari ed empirici dell'autore, alla sua speciale cultura, e al 1nodo di voler esprimere o di credere di dare maggiore efficacia ai suoi pensieri. Secondo Spectator i massimi problemi del marxismo, il nocciolo e la ragione prima di questa dottrina, risiedono in alcuni fondamentali interrogativi: È vero che la società come tale può liberamente organizzare sé stessa? Ed è vero che questo potere intrinseco è la forza fondamentale sub-jacente delle trasformazioni storiche? Ed è vero che il mondo, la storia camminano per questo segno? E se tutto ciò è vero, qual è il rapporto tra codeste forze e le altre forze create dalla politica, dalla religione, dalle istituzioni giuridiche, ecc. e in generale volontariamente - diamo a questa parola un significato latissimo - e artificialmente dagli uomini? E che cosa occorre fare, e chi è piu interessato o forse solo interessato a fare, perché la società sia libera di organizzarsi a suo modo? Traspare qui, attraverso una formulazione invero un po' approssimativa, la tendenza o meglio il tentativo di Spectator inteso ad accentrare tutta la sostanza del marxismo nel suo nucleo filosofico - la concezione materialistica della storia - escludendone come parti accessorie ed estrinseche tanto i teoremi d'economia politica quanto gli indirizzi d'azione pratica: che sono poi le posizioni piu battute dal revisionismo. In tal modo egli ubbidisce non solo all'esigenza, fortemente sentita dal Labriola (i cui interessi erano prevalentemente filosofici) di difendere e pre. sidiare il marxismo sul piano teoretico generale, ma anche al di~ segno tattico di evitare una difficile e perigliosa discussione su quelli che sono i problemi concreti posti dal revisionismo. Tanto è vero che subito dopo l'autore dichiara di non volere in questa 277 BibliotecaGino Bianco

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