Per quante ricerche abbiamo conipiuto, non siamo riusciti ad identificare· l'altro firniatario della dichiarazione, P. Stotanoff. Deve comunque trattarsi di .un ·russo o di un bulgaro esule a Parigi. Resi responsabili da leggi che non riconosciamo, chiamati a comparire davanti a giudici che sono nello stesso tempo parte e causa, poiché essi hanno interessi personali e di classe da salvaguardare, avremmo forse affrontato nondimeno il" dibattito, se non fossimo condannati anticipatamente nella migliore delle ipotesi, quella d'una assoluzione, ad essere immediatamente arrestati ed espulsi dalla Francia. Sarebbe assurdo nell4 situazione senza uscita in cui siamo posti, restare in questo paese, dove non avremmo in alcun caso un' ora di libertà. Prendiamo dunque il partito di uscirne; ma prima desideriamo ristabilire la verità sui fatti di cui siamo incolpati e sui moventi della nostra condotta. Dichiariamo dunque d'essere gli autori del manifesto Ai Soldati, di averlo fatto stampare e distribuire e di avere aiutato a stamparlo e a distribuirlo. La responsabilità morale e legale di questo atto incombe pertanto su noi soli. Gli altri accusati non debbono in nessun modo condividerla. Lungi dal credere d'aver commesso con ciò un atto d'ostilità verso il popolo francese di cui siamo ospiti (e non già, come si pretende, del governo èhe è reputato il servitore di casa), abbiamo avuto l' intenzione di compiere un atto di solidarietà con la nazione francese nel momento critico che ha preceduto la giornata del Primo Maggio. Essendo convinti che il governo aveva premeditato e preparato il massacro della popolazione parigina solo perché la volontà del signor Constans trionfasse su quella di tutta la Francia, la nostra intenzione era d' impedire, per quanto era in nostro potere, che il massacro si compisse e di rivendicare alla nazione il diritto di resistere ad ogni atto arbitrario del governo, quale era certamente il 255 BibliotecaGino Bianco I l I
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