; i j I J f lavoratori, ma la discordia, la rivalità, l' ambizione e la tirannia di una minoranza privilegiata sulle masse sofferenti )). Quest'ordine del giorno avevo intenzione di presentarlo anche al congresso marxista. ìvfa l'autoritarismo di questo congresso fu senza esempio. Dopo ben sei giorni spesi in discussioni inutili intorno alla fusione e nella lettura di non meno inutili rapporti, si concessero la mattina di sabato tre ore sole ( dalle dieci all'una) alla discussione dei gravi e complicati temi posti all' ordine del giorno. Nell' aprire alle 15 la seduta pomeridiana, il presidente Deville dichiarò di non tener conto degli oratori inscritti e di pro .. cedere subito alla votazione della sola risoluzione formulata dal1' ufficio di presidenza, salvo a concedere dopo la votazione la parola per qualche dichia~azione ! In altr~ termini il presidente imponeva la chiusura della discussione, senza neppure consultare l'assemblea. Il vostro rappresentante, che si era fatto inscrivere per leggere la sua controrisoluzione, protestò contro l'arbitrio della presidenza. La quale, profittando della circostanza che i Tedeschi non capivano il significato della protesta fatta, aggiunse alla violenza la provocazione e l' oltraggio, parlando di perturbatori e della pos~ sibilità che ·un solo agente provocatore presente nella sala potesse 1nandare a vuoto il congresso. Il vostro rappresentante non poteva lasciar passare senza risposta queste vili insinuazioni, e rammentò alla presidenza che le spie, i denunciatori di Reinsdorff e degli anarchici in generale si trovavano nel suo seno. Ne seguf una scena nella quale i Tedeschi, che non capivano altro se non che veniva attaccato il loro presidente, si lanciarono contro di me per espellermi dalla sala; mentre gli Inglesi (eccetto naturalmente la cittadina Marx-Eveling, quella stessa che in un. giro di conferenze in America si fece dare dagli operai parecchie migliaia di dollari e pagare finanche i bouquets e i guanti), alcune donne e i compagni francesi accorsero a difendermi. Due volte 252 Biblioteca Gino Bianco
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