Italia e fuori, delle sofferenze delle classi lavoratrici, io fidente soltanto· nella virtu delle masse e nella grande potenza dell' iniziativa rivoluzionaria. Ma le masse - l'ho detto e lo ripeto - per meritare i migliori destini, che sono loro riservati, devono moralmente elevarsi. Esse devono anzitutto abbandonare il culto della violenza, la quale, utile e necessaria a scalzare le istituzioni, è assurda e riprovevole allorquando è impiegata a procurare meschine soddisfazioni di orgogli personali. Soprattutto è da questi orgogli insani che noi dobbiamo mendarci. Che valgono, in verità, le povere persone, i torti che noi possiamo ricevere, i mali che possono incoglierci - dinanzi al martirio ed alle sofferenze di intere popolazioni, che noi dobbiamo redimere per sempre dalla miseria e dal servaggio? Nostri avversari sono soltanto i nemici e oppressori del popolo: le energie che non siano rivolte contro di loro sono rivolte contro la causa. L'anarchia non è ancora ben compresa, ma questo deve essere chiaro che non sono veri anarchici quelli che credono inculcare la verità - e meglio ancora la stima e il rispetto verso di loro - a colpi di pugnale. Lasciate dunque, egregio Ceretti, che _io vi stringa cordialmente le mani, anche per il nobile proposito, che avete 'fatto, di perorare ove occorresse, come già fece Luisa Michel avanti ai giudici, la causa del vostro aggressore ed auguriamoci insieme che il triste fatto serva d'ammonimento agli uomini d' ogni partito che volessero dimandare alla violenza una prevalenza personale effimera ed apparente. Saluto Zuccarinì. Vostro S. MERLINO III AI CONGRESSI OPERAI INTERNAZIONALI DEL 1889 F. S. Merlino fece parte della delegazione italiana ai due congressi operai internazionali che si tennero a Pariigi nel luglio 1889: il congresso cosidetto « marxista », svoltosi alla Salle Petrelle, cui partecipa245 Biblioteca Gino Bianco
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