varo fqrze e mezzi il piu che si possa. Invece oggi la società essendo divisa in due classi opposte, dominante e dominata, ricca e povera, c'è bisogno che lò Stato, questo braccio forte della borghesia, intervenga con le sue leggi, i suoi eserciti, le sue polizie e i suoi n1agistrati per mantenere nella società un equilibrio ed un ordine fittizi e violenti. (Sensazione). Questi sono i nostri principi; il pubblico ministero ha detto ieri di non averli capiti; oggi ha soggiunto di non voler comprenderci. Egli è dunque vera~ente un peccatore impenitente ed io lo abbandono alla sua sorte. (Ilarità; approvazione). Dal « Roma » (Napoli) del 6 febbraio I 884 II UN ATTO DI SOLIDARIETÀ Questa lettera si riferisce ad un triste episodio del niovimento sovversivo italiano della fine del secolo scorso. Amilcare Cipriani, negli anni 1888-89, subito dopo la sua liberazione dal. penitenziario di Portolongone, iniziò una campagna per l'amicizia fra i popoli latini (fra i governi di Roma e di Parigi i rapporti eran·oallora assai tesi) e da Parigi, aiutato dal Malon e dal Millerand, lanciò l'iniziativa di una Unione dei Popoli Latini, associazione che trovò subito larghi consensi. A Nizz·a use[ un· giornale dal titolo Guerra alla Guerra!, col programma del 'associazione, ed un grande comizio internazionale per la pace venne cèlebrato a Milano nel gennaio 1890. · Contro Cipriàni e la sua proposta non si levò Jolo la reazione del governo di Crispi, ma si scatenarono anche le ·ire di un gruppo di anarchici. individualisti italiani, residenti a Parigi ( il cosidetto gruppo degli Intransigenti) fra cui emergevano due reggiani, Vittorio Pini e Luigi Parmigiani, fautori dell'illegalismo e del!'espropriazione. Dopo una violenta campagna di stampa a base di numeri unici, diretti soprattutto contro i sostenitori del Cipriani in Italia, cioè Celso Ceretti, direttore del « Sole dell'Avvenire» di Mirandola e Camillo Prampolini, direttore de « La, Giustizia» di Reggio Emilia, i due decisero di venire in Italia per risolvere a colpi di coltello la controversia. Re241 )t; BibliotecaGino Bianco
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