non dice parola del Merlino e facendo primeggiare l'opera propria, vuol dar a credere che l' infiuenza da lui esercitata sullo scrittore francese e sullo scrittore tedesco sia stata non solo determinante per il loro orientamento ma anche esclusiva. Per quanto riguarda il Bernstein, egli basa la sua affermazione unicamente sul brano che trascrivia1no di una delle lettere scrittegli dal Sorel: « Bernstein vient de m' écrire qu' il a indiqué dans la "N eue Zeit", n. 46, qu'il avait été inspiré, en une certa1ne mesure, par vos travaux. Cela est intéressant parce que les Allemands ne sont pas f aits pour indiquer des sources étrangères à leurs idées >>. Ma allora che cosa avrebbe potuto dire il Merlino al quale il Bernstein, dopo aver letto Formes et essence du socialisme, scriveva che era perfettamente d'accordo con lui, e se non altrettanto recisamente, pure avrebbe esposto le stesse idee nel suo libro d' im1ninente pubblicazione? (V. « Rivista Critica del Socialismo>>, p. 320). E avendo avuto il Merlino una parte attiva nelle discussioni di quel tempo (com'è ampiamente dimostrato nel saggio inserito in 2° appendice al presente volume, cui rinviamo il lettore), non si può dire che il Croce ne ignorasse il nome e l' opera;1 com'è invece il caso di Carlo Rosselli, che, avendo attinto da fonti che ignoravano il Merlino, riprende nel Socialismo liberale le tesi di lui ... senza saperlo. Qui poni.amo termine a questo discorso già troppo lungo per la nostra prefazione. Il lettore farà da sé le sue considerazioni. Noi, da parte nostra, dopo quanto abbiamo detto e dimostrato, riteniamo di avere il diritto di additare in Benedetto Croce il maggiore responsabile del silenzio che si è fatto per tanti anni· nella cultura italiana intorno al nome e all'opera di Saveri·o Merlino. 2 1 Anzi abbiamo la certezza che dalla mente del filosofo napoletano, anche dopo cinquant'anni, non era caduto il ricordo né dell'uno né dell'altra, perché nel 1945, appena pubblicata la nostra prima raccolta di scritti merliniani (Revisione del marxismo), egli col professor Carlo Morandi di Firenze, che si era recato a fargli visita, s'interessò del libro, mostrando desiderio di sapere se conteneva scritti inediti. Salvo poi a non inviare nemmeno un ringraziamento al compilatore di esso, che gliene mandò con deferente dedica una copia in omaggio. 2 Al silenzio del Croce, ci piace di contrapporre un riconoscimento di Luigi Einaudi, che in un articolo apparso ne cc La Revue Socialiste » di Parigi e parXXII BibliotecaGino Bianco
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