separatamente. Il nostro anarchico non è contento, egli userà la dinamite. Altrove gli operai d'una fabbrica vorranno nominare un consiglio d'amministrazione. L'anarchico protesterà con la dina-· mite. Gli abitanti d'una città, avendo bisogno di fognare le strade e non riconoscendosi le conoscenze necessarie per la scelta del miglior sistema, si rimetteranno a un consiglio d'igienisti. Il nostro anarchico esprimerà il suo malcontento usando la dinamite. Si adoprerà la dinamite a proposito della questione di sapere se bisogna distribuire i prodotti, secondo la formula collettivista,· in ragione del lavoro, o, secondo la formula comunista, in ragione dei bisogni ... Si userà la dinamite per sapere se in un dato caso c'è da applicare la presa a volontà o il razionamento. Si discuterà con la dinamite. La dinamite sarà il grande regolatore della produzione, della distribuzione e del consumo. La società futura marcerà o piuttosto salterà sotto la potenza della dinamite. Un anarchico malcontento, uno solo, imporrà con la forza brutale la sua volontà alla comunità tutta quanta. È questo l'ideale che si vagheggia « negli ambienti anarchici moderni? >> Forse «l'integrale libertà dell'individuo» dinamitardo, che può ben essere, come dice il Malatesta, un precursore, ma che potrebb' essere anche un pazzo o un malvagio, deve prevalere su quella di migliaia di suoi compagni? Al lettore la risposta. Quanto a me, « identificandomi con lo stato di spirito d'un individuo che può gettare una bomba in un teatro >>, vedo qui il Constans o il Galliffet anarchico, vale a dire vedo gli stessi Constans e Galliffet prendere la maschera d' anarchico per continuare le loro imprese. Rifletteteci, mio caro. Togliete al vostro anarchico la dinamite e dategli il fulmine; ed egli sarà un Giove, un Ieova o altro ti-. ranno celeste. Prestategli un breviario e una croce, e sarà un inquisitore che farà bruciare i nemici della fede. Dategli, sempre invece della dinamite, legioni di sbirri; e sarà lo Czar di tutte le Russie. O Anarchia, quante follie e quanti delitti in tuo nome! 148 Biblioteca Gino Bianco
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