dite, dei profitti e dei salari, di cui il Merlino ci vanta i benefici ».... Il lettore che non ha letto il mio articolo ne « La Société Nouvelle» crederà, senza dubbio, che io sia diventato un sostenitore del sistema capitalistico. La riga citata non comporta altra interpretazione. Tuttavi;, è falsa. Paolo Reclus lo sa bene, ma trova comodo di farmi passare p~r un vero rinnegato. Sembra che questo modo di polemizzare sia nei costumi « degli ambienti anarchici moderni». Quanto a me, lo ripudio assolutamente. No, io non ho mai vantato i benefici del sistema delle rendite, dei profitti e dei salari. Al contrario, ne ho indicato diffusamente, nell'articolo incriminato, i 1nisfatti: ho detto che esso permette lo sfruttamento dell'operaio da parte del capitalista, che ostacola la produzione, che porta alla guerra civile... E non mi sono contentato di denunciarlo: mi sono preoccupato della maniera di farlo realmente scomparire. Poiché le ineguaglianze di fertilità, di situazioni, di capacità e di bisogni sono innegabili"e non è possibile ridur.re il mondo all'uniformità assoluta, mi sono detto che bisogna, non potendo abolire la rendita, metterla in comune, confiscarla a beneficio della comunità, eliminarla dagli scambi... Bisognerà intendersi, stabilire p-er via d'arbitrato o altrimenti una misura d'equivalenza; infine salvare l'eguaglianza delle condizioni e impedire i monopoli a qualunque costo... È vero che non avevo pensato a un'altra soluzione che è, sembra,. molto gradita « agli ambienti anarchici moderni». Paolo Reclus ce la indica nel passo seguente : « Quando ci si identifica, egli dice, con lo stato di spirito di un indivi1uo che può gettare una bomba in _unteatro, si comprende ché l'amministrazione socialista-anarchica d'un vice-Brousse non lo saprebbe accontentare; ed io vedo qui il dinamitardo del consiglio d'amministrazione che ci si propone ». Cosf, dunque, la forza non dev'essere usata· soltanto per respingere la forza, per combattere il governo e la borghesia; ma, dopo la rivoluzione, si continuerà ad adoperare la dinamite. In un certo luogo i contadini vorranno ripartirsi la terra per coltivarla 147 10 Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==