mulazione di ricchezza, dannosa al benessere e all'eguaglianza sociali. La popolazione d'una città aumenta: vi è evidentemente la necessità di ridurre lo spazio che ciascun abitante occupa, o di chiedere maggior lavoro a quelli che abitano in locali piu spaziosi. Naturalmente, una società ben organizzata non si limiterà a queste misure, per cos1 dire, di rappresaglia, a questi correttivi; ma allargherà la produzione via via che aumenteranno i bisogni. Tuttavia i correttivi in questione sono necessari: I) come indici delle variazioni e della progressione dei bisogni; II) come mezzo d'effettuare gli scambi; III) per le cose di cui la produzione è naturalmente limitata; IV) per le variazioni effimere e le differenze particolari che non si generalizzano. Insomma, per organizzare la produzione sopra una base egualitaria: I) occorre una misura d'equivalenza fra le differenti specie di lavori o di mezzi di produzione o di prodotti (per esempio, un'ora di lavoro nel fondo d'una miniera può essere equivalente a due ore di lavoro alla superficie; un ettaro di terra coltivata, a parecchi ettari a pascolo; un biciclo, a un piano, ecc.); II) bisogna che questa misura sia calcolata dal punto di vista dell'interesse generale; III) per conseguenza, che sia stabilita dal libero accordo dei gruppi interessati, e, in caso di conflitto, per via d'arbitrato. Del resto, l'esistenza di tale misura non impedirà l'aiuto scambievole, la solidarietà fra i membri delle associazioni o le associazioni d'una comunità. Essa servirà in ogni caso per l'organizzazione generale del lavoro, per la distribuzione dei mezzi di lavoro, per gli scambi e per le variazioni e le correzioni in tutti questi rapporti. V Se vi è una tendenza assai manifesta nell'economia attuale, è appunto verso l'organizzazione della produzione in stretto rapporto col consumo, sotto il controllo degl'interessati (produttori e consumatori). 136 BibliotecaGino Bianco
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