intercorrono fra gli abitanti di diversi paesi sono ben altro di quelli che si stabiliscono fra persone che si conoscono, che hanno ricevuto la stessa educazione, che hanno le medesime abitudini, ecc. I~ meccanismo semplice che conviene a una società scienti-- fica, non conviene punto alle complicate organizzazzioni che si chiamano mercati, docks, ecc. Diffidiamo dei paragoni! IV Se non m'inganno, il ragionamento che fanno alcuni anarchici dentro di sé, dev'essere questo : « La proprietà è cattiva: aboliamo il possesso. Il commercio è cattivo: aboliamo gli scambi. Il salario è cattivo : aboliamo ... il lavoro. Il governo è cattivo: aboliamo l'amministrazione>>. E anche se non arrivano fin H, essi prendono certamente la forma per la sostanza e credono realmente che per abolire lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo e la dominazionè dell'uomo sull'uomo non vi sia altro da fare che abolire la proprietà individuale e il governo. Io tornerò fra poco sulla necessità d'un' amministrazione. Quanto alla proprietà, mi sembra che non si riuscirà mai ad abolirla interamente. L'indivisione assoluta è inconcepibile. Le cose saranno sempre possedute da qualcuno - individuo, associazione, comune, ecc. - e mai dall'umanità intera. Non si aboliranno mai le ineguaglianze di situazioni, di fertilità, di bisogni e di capacità; né si ridurrà la natura ad uno stato d'uniformità, d'indifferenza assoluta. Mai si aboliranno gli scambi né tra gl'individui né tra i paesi. È vero, come Kropotkin ha felicemente dimostrato nella « Nineteenth Century >>e in un capitolo de La conquista del pane, che vi è un movimento decentralizzatore in economia, che i paesi a sviluppo industriale arretrato hanno fatto ultimamente rapidi progressi, che le colonie tendono ad emanciparsi economicamente dalle loro madri patrie, e infine che la divisione del lavoro per nazioni, immaginata dagli econo133 Biblioteca Gino Bianco
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