zione e soprattutto l'educazione degli uomini alla solidarietà condurranno l'umanità al comunismo, che si ~ d'accordo generalmente. a considerare come il termine finale, visibile della rivoluzione, perché è la piu alta espressione della solidarietà umana. Del resto, non bisogna perdere di vista l'estensione e la varietà del movimento. Non vi sarà soltanto da lavorare, ma anche da combattere; non soltanto da stabilire intese locali, ma anche intese regionali e internazionali. Si pensi alla condizione delle grandi città, il cui approvvigionamento dipende in n1ille modi dalle località circonvicine, cosf come queste dipendono dalle città. Si pensi alla distribuzione attuale delle industrie, all'organizzazione degli scatnbi, alle grandi vie di comunicazione, ecc. Senza dubbio bisognerà cambiare tutto ciò; n1a non si può farlo da un giorno all'altro. Vi saranno prove, correzioni, conflitti anche, prima che l'intesa si stabilisca. Solo per determinare ciò che bisognerà produrre, quali bisogni meritano la preferenza e quali limitazioni ogni individuo dovrà imporre ai suoi desideri, occorrerà un certo tempo. Non si cadrà di botto in un sistema perfetto. Nessuna ispirazione celeste, ma l'esperienza e l'intesa diranno all'individuo e alle associazioni il lavoro di cui la società avrà bisogno in un dato momento. Non è già ignorando le difficoltà che noi eserciteremo una influenza utile sugli avvenimenti; bisogna guardare in faccia al problema, affrontare le difficoltà, confidando nell'immensità delle energie umane e dei mezzi di cui possiamo disporre. La rivoluzione come noi la concepiamo non può essere fatta che dal popolo e per il popolo, senza falsi mandatari. Non abbiamo fiducia nelle leggi; la rivoluzione dev'essere una cosa fatta, non una cosa scritta sulla carta. Crediamo che la nuova organizzazione della società d~v'essere fatta dal basso in alto, vale a dire cominciando dalla presa di possesso e dall'intesa locale che diverrà sempre piu generale, e non dall'alto in basso con decreti emanati da una autorità centrale, servita da un esercito di funzionari. 103 Biblioteca Gino Bianco
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