non vi era ancora capitale industriale. Esisteva nondimeno accumulazione di ricchezze, soprattutto nel commercio, e si riconoscevano già i monopoli, i debiti pubblici, le guerre coloniali e il protezionismo, che si chiamava allora sistema mercantile. In breve, ce n'era abbastanza per tenere il popolo nella miseria e nella schiavitu tanto quanto oggi, ed ancor piu. Ma il programma (in questo esso resta nello spirito della dottrina marxista) non si occupa che della produzione industriale, del « monopolio degli strumenti di lavoro>), e ignora assolutamente il monopolio non meno in1portante dei mezzi di trasporto e di scambio e dei prodotti stessi, da quando escono dalla fabbrica fino a quando arrivano al consumatore. Vi si tratta delle crisi commerciali e finanziarie, degli aggiotaggi, delle speculazioni, della finanza cosmopolita. Per un programma scritto nell'anno di grazia 1891 è un po' grossa. Nel progetto originale era ancora peggio: si era insistito molto sul caos e sul caso (Planlosigkeit) della produzione; poi, dopo averci pensato bene, si deve aver concluso che è precisamente per ovviare alla Planlosigkeit che i capitalisti si accordano e regolano a loro piacere la quantità della produzione, i prezzi e i salari! Piu sorprendente ancora è il silenzio tenuto sul protezionismo, sui debiti pubblici e sugli altri espedienti ai quali lo Stato fa ricorso per spogliare l'operaio ed arricchire la borghesia. 1 *** Questo è il programma di Erfurt, frutto di quindici anni di reazione socialista e di agitazione elettorale a base di suffragio universale, accordato alle classi operaie per ingannarle, per dividerle e per stornarle dalla via della rivoluzione. 1 A questo punto finisce la parte teorica: della parte pratica, che dopo oltre sessant>anni non ha piu l'importanza che poteva avere quando fu scritta, diamo qui di seguito soltanto la· conclusione, la quale serve benissimo anche come conclusione della parte teorica. 85 BibliotecaGino-Bianco
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