Saverio Merlino - Concezione critica del socialismo libertario

modo approssimativo, ciò che essi possono mettere al posto dell'attualè società, non si sentiranno il coraggio di ~ntraprendere alcunché contro di essa. IV. Ma tutte le alterazioni che abbiamo segnalato non sono niente a confronto del profondo travisamento che si è fatto subire alla dottrina socialista. A leggere parola per parola il programma originale e la versione definitiva si resta sorpresi dal fatto che dei socialisti di vecchia data abbiano potuto mutare le loro opinioni in cosf breve tempo. Il progetto originale era la quintessenza del Capitale: il progetto definitivo è l'espressione di un middle-class socialism, di un socialismo piccolo-borghese. Vi si legge fra le righe un grande desiderio di guadagnare i voti della piccola borghesia. Da un capo all'altro vi si parla della piccola industria, del piccolo commercio e della piccola borghesia (versinkende }.1ittelschichten ), in contrapposizione alla grande proprietà e alla grande industria. Sembra d'essere nel 1848, al Parlamento di Francoforte: SchultzeDelitzsch è divenuto socialdemocratico. Il programma comincia perfino con le sue parole : « Lo sviluppo economico della società borghese comporta necessariamente la decadenza della piccola industria, che è basata sul possesso degli strumenti di lavoro da parte dell'operaio». Si direbbe che prima dello sviluppo economico della società borghese, prima del 1871 o del 1848, i mezzi cii produzione fossero, in Germania, proprietà del lavoratore. In effetti, il programma dice testualmente un po' piu oltre che « il possesso degli strumenti di lavoro serviva allora ad assicurare al produttore la proprietà del suo prodotto ». Dopo di ciò non resta che tornare ai Zunfte e a tutto il sistema economico del medio evo. Tuttavia sembrerebbe che ancor prima dello sviluppo economico della società borghese vi fossero dei proprietari che non lavoravano, ed anche dei grossi proprietari. E se il capitale non era monopolizzato dalla stessa classe, ciò avveniva piuttosto perché ... 84 BibliotecaGino Bianco

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