nente, la borsa diventa una istituzione;_ e le speculazioni s1:1tiitoli stranieri, le conversioni delle rendite, i riscatti delle ferrovie da parte dello Stato, dopo che i prezzi erano stati elevati artificial1nente del 35%, hanno alimentato il «capitale-tedesco>> e hanno fatto graziose rendite alla classe possidente. Incidentalmente dobbiamo dire qualche cosa delle leggi emanate nel 1811, 1816 e 1850 per l'abolizione della feudalità. Vi troveremo una delle prove piu lampanti dell'importanza che hanno in economia i fatti non economici, le pretese « eccezioni >), come la legge, l'usurpazione, ecc. Le leggi in questione, mentre apriròno all'aristocrazia la carriera dell'industria, ebbero cura di fornirle il capitale, la dotazione necessaria. La terza parte e in certi casi la metà delle terre sulle quali i contadini avevano diritti incontestabili, la totalità di quelle che non erano state registrate al castasto o il cui colono era morto, furono devolute ai feudatari. I contadini che vollero riscattarsi dalle rendite e dai debiti verso costoro, furono obbligati a pagare venticinque volte l'ammontare. La nobiltà ricevette 1.553.003 jugeri di terra, 18.544.766 in capitali, 1.559.992 talleri di rendita annuale, e in natura 289.436 staia (litri 54,96) di segala, 10.633 di avena, frumento e orzo. Il risultato delle leggi del 1811 e del 1816 fu di annientare i diritti dei coloni temporanei, mentre conservava le corvées per i coloni ereclitari. La legge del 1850 aboH venticinque diritti feudali. L'abolizione delle decime tornò vant~ggiosa ai proprietari che facevano commercio di grano, mentre i contadini pagavano l'imposta per la conservazione della chiesa. A Breslavia i proprietari ricevettero per questo titolo un dono di 36.000 fiorini. Il riscatto delle rendite da parte delle ban- · che di Stato diede origine al debito ipotecario e alle speculazioni sui titoli di questa rendita. È curioso considerare il punto di partenza della legislazione agraria espresso nell'editto del 1811: bisogna, dice il preambolo di questo editto, lasciare al contadino il necessario per vivere e 75 BibliotecaGino Bianco
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