Filippo Turati - Giacomo Matteotti

Seno felice nel mio dolore, felice di poter effondere fra Voi il mio dolore il quale non è solo il mio dolore personale, ma è qu~'ilo di tutto un proletariato, di tutto un popolo; e diventa ogni giorno di più .il dolore di tutti i popoli, l'angoscia del proletariato universale. Sono felice, nella tristezza profonda, tristezza di socialista, tristezza di profugo, tristezza di sopravvissuto alla nostra vittima .rimpianta, sì, tristezza di essere sopravvissuto; sono felice di questa tristezza profonda e molteplice di avervi non soltanto ascolt~tori e testimoni, ma di avervi consenzienti· complici direj quasi ansiosi e invidiosi di questa stessa angoscia, che è la ■1ia, che è la nostra angoscia che il tempo non placa, che al contrario il tempo, questo grande anestetico la cui spugna formidabile pà-ssa e cancella tante cose buone e cattive, sublimi e miserabili sul quadrante della vita, sul quadrante del nostro cuore, che anche il tempo; questo lddio inesorabile' e possente, è impotente a placare, an21i esso lo acuisce e la universalizza ogni giorno di più. Sono felice di vedervi penetrati di questo stesso rimpianto, infiamma.ti da quèsto stesso medesimo sdegno. Voi compagni belgi, Voi gli ered'i dI° Cesar De Paepe e di Gio·vanni 1Volders, gli alunni di Wanderveelde e di Brouckère, di Bertrand e di 'Anseele, l'avo venerato, Voi che rappresentate in Europa, che ,dico? nel mondo intero il più bell'esempio, il più completo, il più consapevolmente e volutamente integrale di tutti i movimentL operai, di tutti i partiti socialisti. Ed è ben per questo che Voi siete qui compagni belgi, Voi fior fiore di una élite, circondati da tutta quanta ·una internazionale, che vi rende questo omaggio meritato, che vi ha scelti per la celebrazione di questo rito, che resterà inci6o nel bronzo della 1atoria, per affidarvi questo monumento sac1·0 di arte e di. pensiero, questo monumento, del passato, questo moi:1mnento del p1·esente, questo monumento dell'avvenire, di cui essa vi istituisce ,depositari e custodi, considprandovi come il cuore clell'internazio• nale, come il suo cuore stesso. Questo monumento doveva elevarsi nel Belgio. No: se questa <'erimonia si celebrasse altrove, se si celebrasse nella stessa Parigi, e chiedo scusa della mia franchezza agli amici di Francia 5iblioteca Gino Bianco

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