Filippo Turati - Giacomo Matteotti

io parlai in suo nome, fui salutato come il rappresentante dei « bersaglieri del socialismo >l noi eravamo i -nuovi venuti; gli adolescenti. Dopo 35 anni torno· fra Voi provato, curvato dalla vita e dalle sofferenze, al tramonto della mia carriera mortale che si chiude nell'esilio, rappre-sentante di un popo_lo sgominato; portatore, ahimè, di un messaggio di disfatta e di ·morte. Durante -codesto• tempo quanto si è lavorato! quante battaglie, e vittorie, .e delusioni anche! Senza dubbio, errori, improntitudini avranno solcato il nostro· rude travaglio. Triste l'uomo che possa vantarsi di .non avere mai fallito! Dacchè non solo nulla avrà appreso e com, preso, ma con ciò confesserà di non aver mai agito. Tuttavia nè la disfatta, nè l'esilio attenueranno la nostra fede, indeboliranno lenostre speranze. Al contrario è quella stessa disfatta, è codesto stesso errore generato da un terrore, -contrario e maggiore, dei nostri avversari, che ci danno la maggior certezza della nostra non lontana vittoria. Noi siamo e sa1·emo ciò che fummo. Morrenio avviluppati" in questa ~~essa bandiera. Che questo monumento lo ridica ai no• stri calunniatori! Che esso padi ai giovani operai del Belgio vallone e fiammingo, che esso parli anche a quella gio-ventù bor• ghese, la quale sente che i privilegi di classe sono un furto fatto alla collettività, se non si impegnano ad aiutare l'opera cli reclen"- zione, dica a tutti che la vita non mette conto di essere vissuta, che essa potrebbe veramente 'essere - come Renan ne espresse un giorno il sospetto - una farsa di_pessimo gusto, il prodotto di un llapriccio insolente dell"ozio di un Nume, se non si consacrasse tutta intera a~l'ideale cli una umanità più alta e meno belluina della presente; che la vita è un dramma serio e che non vive veramente chi, per codesto ideale, non è pronto, in ogni momento, a rinunciare alla vita. Se il monumento questo non dirà, se esso rimarrà muto nel freddo glaciale suo marmo, non sarà che una decorazione architettonica, che un sepolcro senza istode e senza anima. I grandi morti non -si onorano se non sforzandosi di emularli. Compagni, viva Matteotti! Viva l'Internazionale dei lavoratori! 15 - 7228 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==