Filippo Turati - Giacomo Matteotti

-tlemoérazia di uJI qualsiasi paese isolato, non può, NON DEVE .esistere che un sociaHsmo mondiale, che una democrazia universale, per_yiè la posta della battaglia - in Europa come in Ame• rica come nell'immensa Asia che si risveglia - è la libertà del mondo intero, è la civiltà del globo terra~queo, ohe l'imperialismo, il nazionalismo, la reazione minacciano insieme. Perciò l'Internazionale dei lavoratori, non _ è più un semplice ideale di solidarietà umana, che si possa indifferentemente affret• tare o ritardare; essa è imposta ormai da una necessità urgente di difesa e di vita. Se essa esiste, se essa prende vigore, la civiltà è salva. Se essa affonda, ·se essa svanisce, se essa si divide, se anche rimane -soltanto quello che fu fino a ieri, oscillante, impotente, accademica, è l'~ma'nità che diserta il suo posto di battaglia, che cammina a ritroso verso la schiavitù, verso la barbarie. E allora io mi chieggo: siamo noi italiani che dobbiamo rin• graziare voi, compagni belgi, dell'ospitalità che porgete al nostr? dolore? E rispondo: No! La riconoscenza è reciproca. Il martire che noi affidiamo alla vostra custodia amica e armata fino al giorno ,della risurrezione, non è un ospite di passaggio; è vostro sangue come fu nostro sangue. La ,sua vittoria, la sua risurrezione, saranno la vittoria e la risurrezione comune. Compagni, ho finito. So i doveri della sobrietà verbal~ che questa cerimonia impone a tutti noi e di cui Endershon e Van Roosbreck hanno dato esempio, che. io forse ehbi il torto cli non imitare abbastanza. Conenlitemi di chiudere il discorso con un ricordo personale. Son ben 35 anni - se non mi inganno - fu nel 1893 - e una inlern generazione passò in questo mezzo - si teneva qui uno dei primi congressi dell'Internazionale ricostituita. Giovanni Volders viveva an ora, sempre m·dente, sempre sulla breccia. Vanclervelde era alle sue prime armi; e non era, come oggi,' a titolo puramente di onore che De Brouckére fac~ia parte allora delle nostre avanguai·clie giovanili. Anseele, Bertrams e tanti altri, erano allora nel fiore degli anni. Carlo- Marx era morto da non mol• to, ma er:-t qui sua figlia Eleonora, dolce, vibrante, e Federico Engels ci gùidava ancora col suo buon gesto paterno. Era il primo congresso -soèialista internazionale _cui io mi permettessi. di .assistere. Il Partito Socialista Italiano stava facendosi le ossa; quando - 14 - Biblioteca Gino Bianco

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