Umberto Terracini e altri - Matteotti

non sono stati vani, oggi, poichè non prima di questo dolce e sospirato giorno, ci è stato p/)ssibile eseguire il magnanimo testamento. Bussai alla porta di molti cuori che credevo onesti e sinceri, amabili e coraggiosi, ,na erano sordi più delle pietre di cui è cenno nelle Sacre Scritture. Il secolo, malato del mal sottile di don Abbondio, cioè di paura e di vigliaccheria, non riesce a comprendere, e tanto meno a compiere, gesta ardimentose e civili. Coloro ai quali mi rivolsi, opposero un alibi comodo e malizioso: esse• re ormai lontana nel tempo, e perciò priva di attualità, la cronistoria del processo. Sorrisi di pietà e di sdegno, considerando che su tavoli da giuoco e su gambe di prostitute ufficiali e di favorite clandestine vengono bruciati milioni, mentre si nega il più modesto contributo a belle e generose iniziative. La malavita, che credeva di soffocare col suo ostruzionismo il grido della libertà e dell'accusa, riceve una lezione significativa ed eloquente con questo atto di fierezza e di decisione. Dopo aver picchiato invano alla porta di quanti credevamo coraggiosi e pensosi delle Libertà democratiche abbiamo trovato finalmente il gran cuore fraterno, Salvatore Migliorino, un nome ch'è tutto uno splendore di sentimento, di bontà, di battaglia in ogni settore, nel Foro, nel giornalismo, nella politica. Con quell'entusiasmo che caratterizza la sua inulti/orme attività, Egli rende possibile [,a pubblicazione di questo eloquentissimo documento storico. E così, a mortificazione del rotocalco delle cricche politiche, e a severa censura di quelli che avrebbero dovuto offrirci [,a loro solidarietà nell'ora dell,a battaglia, noi diamo [,a prova di quali energie ed entusiasmi possono essere capaci i combattenti di una causa giusta e santa. 92 Biblioteca Gino Bianco

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