trentesimo anniversario dell'assassinio. Se qualcuno dei miei intimi, o dei co11oscenti, sente qualche molesto stridore all'orecchio per questa pubblicazione, è pregato tener presente che essa non ha gli scopi antifascisti e più o meno scopertamente opportunistici di tante pubblicazioni che hanno visto la luce in questi ultimi tempi, opera di autori che cercano di mascherare una anche intensa attività fascista svolta nel ventennio atteggiandosi ora a vindici di conculcate libertà. Pubblicando questa « CRONISTORIA» noi non intendiamo soltanto onorare la memoria di Giacomo Matteotti, la quale va ricordata per l' ammonimento che è collegato al sacrificio di questo Martire, ma onorare anche quella di Mauro Del Giudice, eminente magistrato e giurista che, ligio al proprio dovere e fedele alla indipendenza della Magistratura che esaltò, resistette << come torre che non crolla >J a tutte le lusinghe e agli onori che gli si promettevano se avesse esaudito il desiderio di quanti, stando in alto, avevano interesse a soffocare lo scandalo suscitato dall'orrendo delitto. Uccidete me, ma l'idea che è in me non l'ucciderete mai ... La mia idea non muore.. . I miei bambini si glorieranno del loro padre ... I lavoratori benediranno il mio cadavere. . . Viva il Socialismo! Queste le ulthn e parole di Giacomo Matteotti, tramandate alle genti da uno dei sicari, parole che sono sue anche se Egli non le avesse pronunziate, perchè corrispondono all'intima essenza della sua Anima. Tutte le libertà, nella società nzoc!erna, sono fra loro solidali e collegate. Non è concepibile libertà della culiura, libertà del pensiero, libertà della arte, libertà della scuola, libertà religiosa, se tutta la società non è libera. Lo scrittore, l'artista, l'insegnante, il sacerdote, non è libero se il paese in cui egli vive è schiavo. Scrisse Silvio Perozzi nel 1923: « Ore difficili vi·ve il nostro Paese. Lo copre una tenebra. Ma in questa tenebra si accendono sem88 BibliotecaGino Bianco
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